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Fumata nera nell'Assemblea di Lega, aggiornata a oggi. I «ribelli» non vogliono giocare

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Serie B, è muro contro muro

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Rimandata a oggi (si spera) la decisione sull'avvio del campionato cadetto. Ieri, al termine di un'altra schizofrenica assemblea in via Rosellini non sono emerse certezze. Tra sussurri e grida l'incontro tra i presidenti di A e B (assenti Roma e Napoli) proseguirà anche questa mattina (il Consiglio Federale in programma oggi è stato posticipato). La Lega «versione Penelope» nella mattinata di ieri sembrava aver finalmente tessuto la propria tela. «Si parte domenica» aveva dichiarato un fin troppo ottimista Galliani prima di iniziare la riunione. Il numero uno della Lega aveva però fatto i conti senza «l'oste» ovvero i club ribelli, fermi nella posizione di non scendere in campo. La volontà dei rivoltosi è chiara: o salta Carraro o la B rimane ferma al palo. Fin troppo eloquenti le parole di Massimo Cellino, presidente del Cagliari. «Prima va via Carraro prima giochiamo. Se si gioca a carte con uno che bara e che ha degli assi nella manica, è chiaro che non vuoi più fare un'altra partita con lui. Se Carraro fa un passo indietro, spero che dietro ci sia un burrone». «Non si fa nessuna trattativa se chi ci ha tradito non se ne va - ha aggiunto Spinelli (Livorno) -. Ora come ora, non gioca nessuno». «Il problema è Carraro - ha confermato Zamparini - perché con l'arroganza non si governa e questo è un calcio malato che va rifondato». Se quindi il fronte del no da una parte è disposto ad aprire al lodo-Galliani (5 promozioni in A e 3 retrocessioni) non lascia spiragli sulla questione Carraro. Anche i numeri non lasciano dubbi: 23 società hanno chiesto la sospensione a tempo indeterminato del campionato cadetto, a meno di dimissioni del presidente federale Franco Carraro. 15 sono state contrarie, oltre alle due assenti. La B, insomma, non parte anche se la decisione di aggiornarsi ad oggi è il chiaro segnale che le parti vogliono arrivare ad un compromesso, soprattutto per evitare il muro contro muro con Galliani che anche nella conferenza stampa al termine dell'Assemble ha dichiarato: «È competenza del presidente fissare dal data di inizio del campionato al 7 settembre e non intendo spostarla. La mia speranza è di trovare il consenso perché parta il campionato. Carraro e Petrucci (che ha declinato l'invito dei presidenti di B a partecipare oggi all'Assemblea ndr) sono d'accordo con me. Il potere di cambiare le date spetta a me. Non mi sento sfiduciato. Il problema è la B allargata». Per Galliani «servirebbe un deus ex machina» per trovare una soluzione, mentre Antonio Matarrese ha una ricetta: l'intervento di Gianni Petrucci. «È questa è la chiave di volta: si salta la Federazione e si arriva direttamente al Coni». Difficile fare previsioni, anche se la sensazione è che il lungo braccio di ferro sia alle battute finali. Galliani potrebbe accettare un ulteriore rinvio solo se la B gli garantirà che scenderà in campo martedì prossimo, data nella quale è in programma la terza giornata di campionato. Dal canto suo la B è disposta a giocare solo se la Lega le verserà diversi milioni di euro per la mutualità. Anche Cellino, il capo dei rivoltosi, si è mostrato possibilista a questa ipotesi. Sarà vero?

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