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L'olandese scommette sui biancocelesti

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Stam si conferma: «Non mi muovo da qui

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Per ora l'olandese non si muove. E ascoltando le parole dei suoi dirigenti non si muoverà. Almeno sotto questa legislatura biancoceleste. Stam, l'amministratore delegato della Lazio Luca Baraldi ha confermato la sua incedibilità, minaciando le dimissioni. «Prendo atto volentieri delle parole dei dirigenti della Lazio ma nel calcio ho imparato una cosa: mai dire mai. In questo mondo di definitivo c'è sempre poco: anche a Manchester mi consideravano una delle colonne della formazione e dopo sei mesi le stesse persone mi hanno aiutato a cercare una nuova squadra». Si sente sul mercato? «Sto con la Lazio, mi alleno con la Lazio, gioco con la Lazio. Mi considero un calciatore di questa società a tutti gli effetti pur tenendo conto delle voci di mercato». In che modo ha vissuto nella passata stagione, in mezzo a successi sportivi e disavventure societarie? «E' stato un anno intenso, difficile, pieno di vicissitudini. La situazione societaria del club ha interferito anche sui calciatori. La forza del gruppo è stata quella di trovare la giusta concentrazione per poter reagire a tutto ciò che ci stava accadendo intorno. Siamo stati in grado di esprimere al meglio tutte le nostre potenzialità grazie anche a Mancini. E' stato un anno di sucessi: uno sportivo, l'altro societario». Che sensazione si ha quando i calciatori di altre squadre esprimono il desiderio di vederla accanto a loro, nei loro club? «È gratificante ascoltare tanti pareri positivi su di me, mi inorgoglisce. Ciò significa che sto facendo bene il mio lavoro». Che gruppo sta nascendo? «Più solido rispetto alla passata stagione. Nelle prime due amichevoli contro il Chelsea ed il Club America abbiamo dimostrato di avere ben impressa l'impostazione tattica che Mancini ci ha dato durante la scorsa stagione. All'interno dello spogliatoio c'è la stessa atmosfera dello scorso anno, forse anche migliore». È stato accolto nel ritiro di Vigo di Fassa con un fragoroso applauso dai suoi compagni, nonostante le mille voci che si erano rincorse sulle volontà dello spogliatoio? «L'accoglienza dei miei compagni è stata una cosa molto bella, un gesto spontaneo. Ho avuto la sensazione palpabile che loro fossero davvero felici di vedermi lì, che fossi ancora uno di loro. Si è detto tanto in questi mesi ma questa è stata la dimostrazione finale che quelle che si sentivano in giro erano solo chiacchiere». I tifosi della Lazio non dovranno quindi temere con Lei un altro 31 agosto, giorno in cui furono ceduti Nesta e Crespo? «Credo che la situazione per quanto mi riguarda sia diversa. Nella passata stagione la Lazio non doveva disputare alcun turno preliminare di Champions League: quest'anno saremo impegnati contro il Benfica già il 12 agosto. Quel giorno metterà fine a tutte le voci di mercato: qualora dovessi scendere in campo, non avrei più possibilità di giocare questa competizione con la maglia di un altro club. Non credo che ci possano essere società pronte a spendere una cifra importante per il mio cartellino senza poi potermi schierare nella competizione più importante d'Europa». A proposito di mercato, il Real Madrid ha acquistato Beckam. «Il giocatore non rientrava più nei piani dei dirigenti ed il Manchester ha pensato di fare un affare: lo hanno fatto in due, il club ed il calciatore». Mancini è cambiato assumendo anche il ruolo di manager? «Frequentandolo ogni giorno sul campo posso dire che non ho notato alcun cambiamento. Anzi, mi sembra ancora più determinato nel lavoro per cercare di migliorare quella che a tutti gli effetti è una sua creatura». C'è un giocatore che nella Lazio può ulteriormente migliorare rispetto alla passata stagione? «Stankovic e Cesar hanno disputat

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