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BELLEZZA «La pallanuoto è espressione di forza, di grande tecnica, di sincronismo, di bellezza.

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Mimì Grimaldi, che l'anno prima alle Olimpiadi di Berlino aveva imparato un po' di tedesco, le abbordò: «Wir sind sieben», siamo sette, «Schon», belli, «Sieben Schon"» sette belli. QUELLI DEL SETTEBELLO Una sera Grimaldi gioca a scopa con un socio, Pasquale Cangiullo, uomo di mare e di buone letture (è il fratello di Francesco, braccio destro del futurista Marinetti). Cangiullo conta le carte: «E' mia, la primiera. Ho preso il Settebello». E Grimaldi: «Il Settebello no, il Settebello siamo noi». Da allora in poi Settebello diventa sinonimo di Rari Nantes Napoli. Il nome passa alla nazionale ai Giochi di Londra (1948), quando tre giocatori del Napoli, chiamati in azzurro, dicono a Nicolò Carosio: «Noi siamo quelli del Settebello, alla radio ci chiami così». SETTEROSA Carmela «Lilly» Allucci, capitano del Setterosa, nel 2001 capeggiò la rivolta delle colleghe contro la Federazione per una questione di premi: incassarono 23 milioni a testa mentre gli uomini (che finirono quarti) ne ricevettero 40. «Ci hanno detto che c'era la crisi economica. Ma mica chiedevamo la luna: se c'erano 1000 lire, perché non fare 500 noi e 500 gli uomini?». DIFFERENZE L'ex c.t Zoliony, per il quale «la differenza tra la pallanuoto maschile e femminile è ... la pallanuoto».

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