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Kia Opirus, la coreana di lusso

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Abbastanza elevati i consumi. Particolarmente curata la sicurezza

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Il suo carisma risiede nell'imitazione di una linea alto di gamma (copia sfacciatamente la Mercedes Classe E) offrendo a piene mani sicurezza (6 airbag) assistenza alla frenata e correzioni elettroniche degli errori di guida. Il cliente può scegliere solo un propulsore, a benzina, di 3.5 litri V6 che sviluppa 203 cavalli e beve a piena gola. Una limitazione grave in un mercato che ha eletto il diesel di ultima generazione commonrail come dominatore della domanda. La Casa coreana, che esce da un periodo fallimentare, ricomincia a macinare ordini, a conquistare posizioni, tanto che il mercato italiano, secondo in classifica europea, dopo la Germania, ha venduto nei primi cinque mesi di quest'anno, 8.232 unità, che comprendono anche 588 veicoli commerciali. Le preferenze sono andate al SUV Sorento (2.536 unità), alla Rio (2.293 unità), alla Carnival (1.527 unità) e al monovolume Carens (1.183 unità). Con la Opirus la Kia cerca clienti in aziende che posseggono piccole flotte, o noleggiatori di auto da cerimonia con autista, per il trasporto clienti a medio raggio. Naturalmente la compreranno anche i privati, in particolare quelli che desiderano un veicolo più grande e abitabile, dal design neoclassico, tutta gente di 50/60 anni con reddito medio-alto. La Opirus, a dispetto del prezzo di vendita che è, comparativamente, più conveniente del 35/40% rispetto alla concorrenza europea, non andrà oltre 80 pezzi, ad essere ottimisti, su base annua. L'euforia in casa Kia è alle stelle, per i risultati conseguiti e per le speranze che vengono riposte nel lancio di nuovi modelli: il segmento A verrà presentato a Francoforte, a settembre 2003, il segmento C si vedrà a Ginevra, nel marzo del 2004, un piccolo SUV debutterà a Parigi nell'ottobre del prossimo anno, seguiti da altri due veicoli del segmento B nel 2005. Una considerazione si impone, dopo le dichiarazioni del management Fiat che vede "nelle coreane" un ostacolo sulla via del risanamento della Casa italiana: basta il prezzo per decretare il successo di un modello alto di gamma? Alcuni esperti in sociologia, investiti del problema, hanno sentenziato che un modello alto di gamma deve la sua attrazione alla griffe, alla fama del costruttore e alla sua campagna pubblicitaria. Il prezzo non è tutto, specialmente se diventa la sola ragione che pilota una scelta. In questo caso essere a buon mercato è penalizzante. Il problema "coreane" sembra essere tutt'altro che superficiale, non solo per Fiat, ma anche per le altre Case costruttrici, che temono un'espansione troppo rapida di questi marchi. Per batterla, bisogna proporre qualità, tradizione e design. Una lezione che non tutti i costruttori hanno capito, lasciando ampie nicchie di sviluppo alla Kia, a Hyundai, a Daewoo: Forse dovranno pentirsene in seguito.

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