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Assen, comanda ancora Rossi

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Un missile dagli scarichi diversi, un fulmine il pesarese che lo guida. Pochi minuti di prove ed è stato subito record per il folletto di Tavullia, capace di disintegrare nella prima sessione del GP d'Olanda classe MotoGP il primato sul giro che gli apparteneva dalla vittoria del 2002. Di un mezzo secondo. Dopo le ultime modifiche provate e utilizzate dal solo Rossi all'indomani della gara del Montmelò, la sua Rc211v è tornata ad essere la moto più veloce del lotto. E così Valentino, che ha toccato una punta media di velocità pari a 301,1 km/h, ha subito ipotecato la pole-position. Precedendo Max Biaggi, a soli 181 millesimi dal pesarese, e la Ducati di Loris Capirossi di qualche briciola di cronometro in più. La seconda evoluzione tecnica dell'annata, privilegio assoluto di re Valentino, ha dato i suoi frutti. Mettendo una bella toppa al pericolo rosso della Ducati. Con le ultime cure la Honda è subito tornata a volare più in alto della moto di Borgo Panigale. Cinque km/h in più. Merito dei nuovi scarichi e di qualche diavoleria elettronica, celata agli sguardi indiscreti, capace di erogare maggor potenza. Ma anche di nuove sospensioni e leveraggi che rendono sempre più controllabile la potenza del missile nipponico. Rossi ridacchia, limitandosi a dire che ora la sua Honda è più morbida, pastosa e controllata nello scaricare a terra tutto il suo potenziale. Nel dubbio Valentino ha provato a lungo sia la vecchia sia la nuova versione, restando a lungo nel box. Ma non ha mai perso la leadership di una giornata di prove vissuta sotto la sua stella. Ha percorso solo 20 giri il folletto, ne sono serviti 25 a Max Biaggi per stampare sui monitor un tempo vicino a quello del pesarese. Con un ultimo passaggio a cuore in gola, Max è riuscito a realizzare, in barba alla sua Honda clienti, il secondo miglior crono della giornata. Non un colpaccio ma pur sempre un bel regalo per il suo trentaduesimo compleanno festeggiato in pista dal romano. Velocissimo è stato anche Loris Capirossi, nonostante l'handicap di una moto nuova e mai provata sul difficile e tecnico tracciato di Assen, ha portato la sua Desmosedici in terza posizione. La Ducati ha sofferto i rapidi cambi di direzione della parte più tortuosa del circuito del Drenthe. Ha chiuso la prima fila provvisoria Alexandre Barros. Il brasiliano della Yamaha ha messo in riga la sorprendente Aprilia del texano Colin Edwards, quinta nonostante i molti test di nuovi particolari tecnici svolti nel pomeriggio, e i compagni di marca Carlos Checa e Olivier Jacque. Nono Melandri, caduto nelle libere della mattinata, apparso finalmente competitivo su un tracciato che lo vide imporsi nella 250 la passata stagione. Un lampo l'ha fatto vedere anche Aoki ma solo quello del principio d'incendio della sua Proton quando il motore del giapponese s'è rotto nelle prime battute del turno di qualifica. Tanta grazia nella classe regina, con i tre azzurri davanti a tutti, un pò di delusione nelle classi di minor cilindrata. Nella quarto di litro lo spagnolo Fonsi Nieto, primo di un terzetto di testa tutto targato Aprilia, ha infatti preceduto il connazionale Toni Elias, il sammarinese Manuel Poggiali e il torinese Roberto Rolfo, primo dei piloti Honda. La Casa veneta, in odore di tagliare lo storico traguardo delle 150 vittorie nel mondiale, ha centrato il poker nel turno cronometrato della 125. Grazie al sammarinese Alex De Angelis che ha messo in file l'australiano Casey Stoner, il giapponese Youichi Ui e lo spagnolo Hector Barbera. I migliori italiani sono risultati il trevigiano Borsoi, ottavo, seguito a ruota da Simoncelli e Dovizioso. Solamente undicesimo s'è piazzato il leader del campionato Dani Pedrosa mentre Cecchinello e Perugini non sono andati oltre la tredicesima e quattordicesima posizione. Oggi si decide la griglia di partenza (ore 13-16, Italia 1).

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