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L'EX CAMPIONE BELGA ACCUSA

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Eddy Planckaert, campione belga degli anni '80, rivela oggi, a più di dieci anni dal suo ritiro dalle gare, di essersi dopato: «Ho preso l'Epo, come tutti». Proprio tutti, Planckaert non salva nessuno: «Bisogna finirla con l'ipocrisia: rimanere un'intera stagione al top non è possibile per un normale corpo umano». La mazzata è pesante: il belga parla di una realtà di almeno quindici anni fa. Nel frattempo il calendario ciclistico è diventato ipertrofico, le corse, in ogni parte del mondo, si sono moltiplicate; il Mondiale, da agosto, è slittato a ottobre, la Vuelta da aprile a settembre. Ai tempi di Planckaert la stagione iniziava con la Tirreno e la Sanremo, mentre oggi si corre sin da gennaio, magari nell'emisfero australe (dove fa caldo), e le medie sono aumentate a dismisura: come si può pensare, quindi, che la situazione non sia peggiorata, da allora? «Il percorso all'inferno di un fiammingo» è il titolo del libro che Planckaert ha dato alle stampe e che uscirà tra un mese, e che promette rivelazioni su pratiche illegali e abusi nel mondo del ciclismo; e che spiegherà com'è stato possibile che un campione si ritrovasse in pochi anni in bancarotta (a causa di investimenti sbagliati in Polonia e Lituania). Al punto da dire: «Sono sommerso dai debiti, ho perso tutto, non ho altro da perdere se vuoto il sacco». Ma. G.

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