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Il capoluogo campano è in corsa per ospitare la prossima edizione della Coppa America e si appresta a presentare il programma a Bertarelli

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Napoli ha fatto un sogno

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E allora, perché non lasciarsi andare alla visione onirica di vivere una Coppa America in casa propria? Sobbarcandosi gli oneri, certo, ma anche compiacendosi degli innumerevoli vantaggi. Napoli si appresta a presentare il suo programma a Bertarelli, proprietario di Alinghi e fresco vincitore della più antica manifestazione velica del mondo, con la consapevolezza che battere un'agguerrita concorrenza non è facile, ma neppure impossibile. È bene, tuttavia, non illudere nessuno. Nella corsa all'America's Cup Napoli è tutt'altro che la città favorita. Un altro luogo, sempre molto latino nei suoi usi, deve fregiarsi dei favori del pronostico: Valencia. Almeno per tre buoni motivi, di natura politica, logistica e ambientale. Primo motivo: l'influenza di Re Juan Carlos. Il sovrano iberico da sempre è molto appassionato di vela, partecipa alle regate, possiede barche, spesso gli capita anche di vincere. Qualche tempo fa, si era sparsa la voce che volesse addirittura tentare l'avventura olimpica a Sydney 2000. Poi, però, motivi di sicurezza, soprattutto in riferimento ai gruppi armati dei secessionisti baschi, sconsigliarono a Sua Maestà di avventurarsi in un progetto incontrollabile sotto quel punto di vista. Ma la voglia di Coppa America è grande, soprattutto per un re nato skipper e questo potrebbe giocare il suo peso, eccome. Secondo motivo: Valencia è città molto avvezza ad organizzare regate. La città spagnola ha, nel recente passato, ospitato Mondiali di varie categorie, sempre con un'eccellente logistica e una grande organizzazione. La Coppa America richiede maggiori sforzi, è vero, ma una città rodata in questo senso non avrebbe problemi ad adattarsi e a rimboccarsi le maniche. Terzo motivo: al largo di Valencia c'è il più bel campo di regata del Mediterraneo. Gran bel vento, che eviterebbe le tristi attese della Baia di Auracki, dove spesso, nelle ultime due edizioni della coppa, si è assistito alle tristi immagini di scafi inermi in mezzo al mare, in attesa di un sospiro di Eolo sufficiente a gonfiare le vele. A Valencia questo problema non si porrebbe nemmeno. Valencia la favorita, dunque. E le altre? Da escludere che la Coppa America possa organizzarsi a Palma di Maiorca. Esclusa Porto Cervo (la Sardegna non è adatta ad accogliere gli equipaggi, le relative famiglie e gli strumenti dei team), non sembra che Maiorca possa vantare migliori credenziali in questo senso. Rimangono Lisbona, Marsiglia e, appunto, Napoli. Una di queste tre potrebbe giocare il ruolo dell'outsider. Lisbona ha dalla sua parte l'Atlantico. Marsiglia il vicino Golfo del Leone. Napoli un campo di regata secondo solo a quello di Valencia e dal panorama incomparabile: Capri-Pensiola Sorrentina. È questo il luogo più probabile per permettere alle imbarcazioni di regatare a dovere. La sensazione è che alla fine, oltre al campo di regata, la differenza la faranno la logistica e l'organizzazione. Napoli, oggi come oggi, ha bisogno della costruzione di molte opere per ospitare la Coppa. Banchine, capannoni, aree ospitalità, sala stampa attrezzata. Le cose da fare sono molte e il tempo stinge, ma, se si vuole portare in Italia la Coppa America e battere la concorrenza spagnola, non c'è scelta, bisogna mettersi in moto. E in fretta.

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