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di PAOLO DANI TORINO — Un giocatore di calcio a livello professionistico risultò negli ...

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Alle domande del pubblico ministero Sara Panelli, che gli chiedeva il perché in passato la Juventus sottoponesse i giocatori ai test Hiv (vietati dallo Statuto dei Lavoratori, secondo l'impostazione dell'accusa, ma leciti secondo l'interpretazione della difesa), Agricola ha risposto che il problema è piuttosto sentito nel calcio, sport in cui i contatti fisici fra gli atleti sono inevitabili, e che venne affrontato, a livello nazionale, nel corso di una riunione fra i medici sportivi di tutte le squadre professionistiche, dalla serie A alla C2. «Conosco - ha spiegato - il caso di un giocatore risultato sieropositivo. Militava in una squadra del Sud. E credo che ve ne siano altri». Agricola non ha fornito ulteriori dettagli, e nemmeno glieli ha chiesti il pm. Il medico juventino ha aggiunto che oggi i calciatori bianconeri svolgono i test Hiv, su loro richiesta, rivolgendosi direttamente a un laboratorio privato: «Abbiamo cambiato l'indirizzamento dopo l'apertura del processo». Intanto la Juventus contesta le cifre acquisite dalla Procura di Torino nell'ambito del processo per la somministrazione di farmaci ai calciatori bianconeri. Ieri, alla ripresa del suo interrogatorio, l'amministratore delegato, Antonio Giraudo, ha detto che non è vero - come invece affermano i pm - che il club ha quadruplicato la spesa per gli acquisti di medicinali tra il '92 e il '98. Giraudo, nel corso dell'audizione, ha sottolineato che la spesa farmaceutica «è diminuita del 37,8%, tenuto conto dell'aumento del numero dei giocatori e dell'aumento del costo dei farmaci (pari al 58%), fornendo al tribunale ampia documentazione». L'udienza è proseguita con l'interrogatorio del medico sociale, Riccardo Agricola, che ha raccontato le tappe che portarono, dopo il suo insediamento a capo dello staff sanitario dei bianconeri, a riorganizzare completamente le modalità di lavoro. Secondo il Pm, l'aumento della spesa è stato del 117%, ma nello stesso periodo in Italia la spesa è aumentata, mediamente, del 122% ha ribattuto la Juve forte di uno studio dell'Osservatorio Farmaci. Uno dei due pubblici ministeri, Giancarlo Colace, ha replicato: «I dati in nostro possesso, ricavabili dai vostri stessi consuntivi, portano a conclusioni diverse, e non riesco a capire come sia possibile: parlando solo della prima squadra, risultano 12 milioni nel 1994 a fronte dei 50 nel 1998». Giraudo ha chiuso: «È un doveroso un approfondimento».

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