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La vendetta di SuperMario vince al Giro e supera Binda

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42 successi di tappa, uno in più di Binda, per un primato che chissà quando sarà battuto (il precedente resisteva da 70 anni...). La nona tappa del Giro era stata sin dall'inizio movimentata dai continui scatti di Elio Aggiano, uno a cui una vittoria la dovranno assegnare ad honorem, se continua così: all'attacco ogni giorno, sempre ripreso. Ieri è partito addirittura al primo chilometro. Dopo di lui, è stata la volta di una fuga a cinque: Bruseghin, Faresin, Miholjevic, Casar e Sacchi hanno allungato a 113 km dall'arrivo per essere ripresi a una ventina dalla conclusione. Casar ha vinto il traguardo dell'Intergiro, Bruseghin, non potendo tirare (in gruppo aveva Petacchi, tra i favoriti in caso di volata), portava le borracce a tutti. Lo sprint è stato segnato dalle reciproche scorrettezze di Petacchi e Nauduzs, presisi a spallate e pugni in testa ai 3 chilometri: la giuria ha poi espulso dalla corsa il lettone e penalizzato (1 minuto, 25 punti e 200 franchi svizzeri) l'italiano. Nauduzs è pure scivolato, nel finale, coinvolgendo nella mezza caduta Simoni e Garzelli (niente di grave). Cipollini non si è curato di tutto ciò, ma è partito ai 200 metri resistendo al ritorno non travolgente di McEwen ed esultando davanti all'australiano e a Petacchi. Oggi si scavalcano gli Appennini: da Montecatini a Faenza, 202 chilometri con 4 Gpm (e altre salite) in cui ci aspetteremmo attacchi da lontano da parte di chi ha perso al Terminillo. Mar. Gra.

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