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«COLLINA non arbitrerà la finale di Champions League dell'Old Trafford, il 28 maggio».

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«Non è mai successo che, nelle competizioni Uefa arbitro e squadre fossero della stessa nazionalità, e questo è sempre stato accettato dai club», ha continuato Aigner, il quale non si è espresso sullo svedese Frisk come probabile arbitro della finale, ma ha ribadito che «per questa scelta sono in ballo trenta candidati e non è possibile ora prevedere chi sarà il prescelto». E il caso Nedved? Il cartellino che ha portato alla squalfica del ceko per Manchester ci stava? «La proposta avanzata - rivela - consisteva nella possibilità per un giocatore, mai squalificato durante la stagione, di disputare ugualmente, in caso di squalifica, la finale». Il progetto però non era stato accettato dal Comitato Esecutivo. «Adesso è impossibile muoversi. Non si possono creare nuove regole con la stagione in corso». Intanto, tra i preparatori atletici riuniti ieri a Firenze per un congresso, è diffusa l'opinione che «più che la condizione fisica conterà quella mentale: tra Juventus e Milan vincerà la squadra che arriverà all'appuntamento del 28 maggio con meno stress e più motivazioni. Per preparare la finale di Champions - spiega il presidente dell'Associazione Mario Marella - non servirà aumentare i carichi, semmai lavorare solo sulla velocità. Non credo che il Milan sia in vantaggio dal punto di vista fisico rispetto alla Juve perché impegnato nella finale di Coppa Italia: questo può permettere ai rossoneri di mantenere la tensione alta, ma i bianconeri hanno dimostrato di essere maestri nell'arte della concentrazione».

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