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Capello insegue l'unico trofeo che gli manca da tecnico e si affida a Totti-Cassano

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C'è la voglia di Capello che non ha mai vinto quel «porta ombrelli» troppo spesso bistrattato dai cultori del calcio. C'è la rabbia della Roma, che vuole riscattare una stagione iniziata male e finita peggio. C'è la determinazione e la cattiveria agonistica di Totti, che rientra in campo dopo quasi un mese di stop, per riprendersi la sua Roma e raggiungere l'unico obiettivo rimasto. La sua grinta trainerà i giallorossi: Capello non ha dubbi. «Francesco è uscito con il Milan e con il Milan rientra. Per lui questa è stata una stagione in cui non ha potuto giocare molto ma nonostante tutto ha segnato parecchio. Avrà una gran voglia di giocarsi questa finale». Rabbia e agonismo a parte, Capello punta dritto all'obiettivo: vincere la Coppa, la vuole. «Per noi questa è una partita importante, uno degli obiettivi che ci eravamo prefissati. La cosa importante è che giochiamo come abbiamo fatto nelle ultime partite e farlo contro una grande squadra deve essere uno stimolo in più». Un trofeo che manca dalla sua bacheca affollatissima dei successi da giocatore e tecnico: Capello non ha mai vinto una Coppa Italia da allenatore. «Ne ho vinte diverse ma da calciatore, mai da tecnico. Ho giocato una finale con il Milan e non l'ho vinta. Ci tengo a questo trofeo, una competizione snobbata fino alle semifinali, ma che poi diventa importante». Ma all'Olimpico arriverà un Milan diverso da quello visto in Champions League. La finalissima dell'Old Trafford è lì, come una spada di Damocle, sopra alla testa dei rossoneri: inutile rischiare, tantopiù quando devi giocare una «doppia» finale di Coppa Italia. Ma Capello non si fida. «I rossoneri hanno una rosa talmente ampia che comunque andrà in campo una squadra valida. Loro hanno parlato di Grande Slam quindi vogliono anche la Coppa Italia e chi andrà in campo non penserà alla finale europea. Chiunque giocherà sarà temibile». Capello resta concentrato sull'evento e non accetta divagazioni. «La finale di Champions League? Io devo pensare solo a domani (oggi, ndr), quella è una questione per Ancelotti e Lippi. La cosa più bella è che comunque vada sarà l'Italia ad alzare la coppa, un messaggio importante al calcio mondiale». Il tecnico giallorosso non sembra preoccupato per le condizioni dell'Olimpico dopo la devastazione post- qualificazione dei tifosi biancocelesti. «Ci hanno assicurato che sarà tutto a posto e i miei collaboratori mi hanno detto che le condizioni non sono così drammatiche. I responsabili della manutenzione sono in grado di rimettere tutto a posto. Questo ci è stato detto e domani vedremo il risultato. Sarebbe un peccato se ci fosse il rischio di infortuni». Nulla e nessuno dunque potranno condizionare la finale di questa sera, nemmeno l'arbitro Paparesta elogiato dal tecnico giallorosso. «È uno dei migliori, è un giovane cresciuto bene e maturato. È pronto per qualsiasi arbitraggio a livello internazionale». La formazione Un unico dubbio nella testa di Capello: le condizioni di Cafu. Sarà attorno a questa scelta che ruoterà la formazione giallorossa che questa sera affronterà il Milan di Ancelotti. Scontata la presenza di Pelizzoli tra i pali, poi, subito davanti a lui, schierati a tre Zebina, Samuel e Panucci: anche se Capello potrebbe all'ultimo momento decidere di non rischiare Zebina (diffidato) e dar spazio ad Aldair alla sua ultima apparizione (almeno in coppa) all'Olimpico. Centrocampo foltissimo con Emerson a fare il centrale. A sui fianchi agiranno Tommasi e Dacourt. Ritornano poi in mano dei titolari, le due fasce esterne del campo. Candela riprende il suo posto sulla sinistra, lasciando a Cafu la parte destra. In attacco parte la coppia Totti-Cassano, con Delvecchio in panchina pronto a dare il cambio al capitano che rientra dopo quasi un mese di stop e potrebbe faticare a tenere tutti i novanta minuti. Adesso non resta che giocare.

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