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Bonora giura: «Roma ti amo»

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Bolognese, con quella esse trascinata che rende il dialetto della città delle Due Torri unico, è il classico ragazzo che ogni mamma vorrebbe dare in sposo alla propria figlia. Anche se la sua fama di scapolone d'oro l'ha seguito fino nella capitale. Ma di questo lui, il «Pando» nazionale, non vuole parlare. Ad occupare i suoi pensieri è la Virtus Roma che insegue il sogno dell'Europa. «Io fin dai primi giorni del raduno estivo ho creduto in questo gruppo». Ed il tempo ha dato ragione all'impressione di Bonora. «Mi era già capitato nel primo anno di Treviso di trovarmi in una formazione con tanti giocatori nuovi. Ed anche lì siamo riusciti a formare un gruppo solido che si è tolto tantissime soddisfazioni». Alla base della crescita della Virtus Roma c'è un fattore. «Lo so che il discorso è inflazionato ma nel nostro caso credo proprio che si possa parlare della forza del gruppo. Che non significa essere tutti amici. Io non vado ogni sera a cena con ognuno dei ragazzi della rosa, ma appena entriamo in palestra siamo un'unica cosa. E questo ci ha aiutato anche nei momenti più difficili». Come ad esempio dopo il tracollo contro Pesaro, seconda giornata di ritorno, forse il punto più basso raggiunto dalla squadra giallorossa in questa stagione. «Si ed in quella occasione è stata eccezionale la reazione di Bucchi. Nè urla e neppure accuse a nessuno. I panni sporchi li abbiamo lavati in famiglia». Ed è arrivata una punizione strana ma efficace. «Per tutta la settimana siamo stati costretti a guardare il video di quella nostra orrenda prestazione. Abbiamo capito il suo messaggio e senza drammi ne siamo usciti fuori». Di Bonora parlano tutti bene, dal presidente Toti, al tecnico, ai compagni di squadra. Ma Pando è anche amato dai tifosi. «Credo che prima di arrivare a Roma mi rispettassero come avversario. Ogni volta, che con la Virtus Bologna o con Treviso ero venuto a giocare nella capitale avevo solo ricevuto attestati di stima. Che ora si sono trasformati in amore reciproco. Sento il calore della gente e questo mi esalta». E ne ha avuto testimonianza sabato scorso contro Cantù. «Quello che abbiamo avvertito al Palazzetto è stata una sensazione unica. I 3500 presenti erano in campo a spingerci verso l'impresa». E poi una sorpresa all'Olimpico. «Sono andato con Myers a vedere Roma-Milan. Di solito tutti salutano lui ed in pochi, tra i tifosi del calcio, mi riconoscono. Sabato ho firmato decine di autografi e ricevuto tantissimi incoraggiamenti per Avellino». Già, sabato per la Virtus sarà una tappa fondamentale per il futuro. «La lezione di Livorno credo ci sia servita anche se loro giocheranno per centrare i playoff e quindi non ci regaleranno nulla».

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