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Il ricordo di Polesello: «Oggi c'è lo stesso spirito»

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Era infatti il 19 aprile del 1983 quando i ragazzi dell'allora Bancoroma di Bianchini, davanti ad un PalaEur gremito da oltre 12.000 tifosi, superarono in gara-3 il Billy Milano di Peterson 97-83, aggiudicandosi il primo ed unico scudetto della storia virtussina. Di quella squadra faceva parte Fulvio Polesello, oggi team manager della nuova Roma dei fratelli Toti. «È un ricordo lontano ma che nella mia mente è ancora molto vivo» dice lui senza celare un filo di commozione. «Era una grande squadra quella, un gruppo granitico, con delle favolose individualità». Ed una connotazione romana che non è certo caratteristica della Virtus di oggi. «Sono cambiati i tempi. La legge Bosman ha fatto perdere valore al vivaio. In quel gruppo tre dei giocatori fondamentali per la conquista del titolo erano capitolini: Roberto Castellano, Enrico Gilardi ed il sottoscritto. E l'anno dopo, quando vincemmo la Coppa dei Campioni, si aggiunse anche Stefano Sbarra». Nessuno di loro, dei campioni di vent'anni fa, è ancora in attività. «Gli ultimi due ad appendere le scarpe al chiodo sono stati proprio Sbarra e Solfrini. Marco lo scorso anno ha giocato in C2 a Brescia ed ha voluto invitarci alla partita d'addio ». Polesello è stato eroe sul campo dei più grandi successi della Virtus ed oggi è testimone diretto della rinascita della squadra di Settebagni. «Non ci sono grandi assonanze tra i giocatori ma lo spirito del gruppo è simile. Il merito dei ragazzi di oggi, e della società, è stato quello di riaccendere l'entusiasmo. Nei bar, tra la gente si parla di nuovo di pallacanestro, non solo di calcio. Il nostro risultato di allora lo conoscete tutti. Io incrocio le dita...». F. Fab.

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