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CAMPANA PRECISA

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«I contratti? Pronti a rinegoziarli ma senza riduzioni»

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Così come concordiamo con la Lega Calcio che non sia possibile istituire un contratto collettivo. L'unica via d'uscita è la rinegoziazione dei contratti o la rateizzazione dei compensi, soluzione che molte società stanno già cercando di adottare»: parole di Sergio Campana, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori, a conclusione dell'assemblea generale dell'Aic che si è tenuta ieri a Milano. Tra i molti temi caldi all'ordine del giorno, c'è stata appunto l'analisi della crisi economica del calcio. «Non è tutta colpa dei calciatori i quali non hanno mai preteso - ha sottolineato Campana -. Semmai è stato loro concesso». Altro punto su cui si è discusso e su cui probabilmente si discuterà ancora a lungo è la riforma dei campionati. L'Aic è d'accordo sul fatto che sia la Figc a dover decidere le eventuali riforme, sostiene l'introduzione dei tre livelli di professionismo (serie A, B e C) e non quattro, e ha forti dubbi sul progetto Abete (18 squadre in A, due gironi di B da 18 squadre, tre gironi di C da 20. «Questo progetto - ha detto Campana - prevede un sacrificio di 14 squadre, e dunque di circa 200 posti di lavoro: questo per noi è un problema. Abete promette la distribuzione delle risorse, ma il progetto di solidarietà di fatto è già saltato perchè chi produce ricchezza non è disposto a distribuirla. E se non c'è nuova mutualità, non vedo perchè noi dovremmo accettare il taglio di 200 posti di lavoro». Novità anche sul fronte doping e sul morbo di Lou Gehrig, che tanto preoccupa i calciatori: «Abbiamo spiegato ai nostri associati - ha detto Campana - che esiste il progetto di introdurre anche a livello nazionale il controllo incrociato sangue-urine, come già avviene nelle competizioni Fifa. Secondo me non c'è alcun legame tra l'uso di sostanze più o meno lecite e il morbo di Gehrig. Certo, però, siamo preoccupati». All'assemblea se è parlato anche di extracomunitari, argomento a causa del quale nelle settimane scorse Pavel Nedved ha restituito la propria tessera Aic, perchè in disaccordo con la posizione del sindacato: «Non è nostra intenzione discriminare gli extracomunitari».

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