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di RINO TOMMASI NON è molto elegante citarsi ma i lettori di Fair Play hanno avuto la possibilità ...

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Riforma che alcuni non ritengono necessaria, anzi la considerano inutile ma che invece a me pare interessante se si vogliono raggiungere due risultati ugualmente importanti che sono quelli della riduzione delle spese e di un migliore equilibrio geografico del nostro campionato, attualmente troppo sbilanciato verso il centro-nord. Sembra dunque che tra la Lega e la Federalcalcio, protagonisti negli ultimi mesi di un ruvido braccio di ferro proprio su questo argomento, si sia raggiunta una base di intesa su una formula che prevede una serie B divisa in due gironi, non di 18 squadre, come recitava la proposta della Federazione firmata da Giancarlo Abete, ma di 10 squadre. Il vantaggio non trascurabile di questa proposta è che non occorre variare il numero delle squadre partecipanti al campionato di serie B che resterebbe dunque 20. Due gironi di 18 squadre avrebbero aumentato il numero dei club di serie B da 20 a 36, una soluzione decisamente in contrasto con la realtà del nostro calcio che proprio sul fronte della serie B fa acqua da molte parti. Due gironi di 10 squadre, che disputerebbero due volte il girone di andata e due volte il girone di ritorno per un totale di 36 partite, consentirebbero in primo luogo un risparmio, delle spese di viaggio ma soprattutto un aumento degli incassi perché si avrebbero un maggior numero di derby o confronti analoghi. Un progetto di questo tipo, dopo averne parlato e scritto negli anni con più persone ed in più parti, l'ho consegnato al vice-presidente della Federalcalcio Abete quando è stato mio ospite a Record, la trasmissione che conduco su T9, qualche mese fa. Ne ho anche parlato alla Domenica Sportiva il 6 gennaio, in una puntata dedicata soprattutto alla serie B. La mia soddisfazione per aver letto giovedì che i due gironi da 10 squadre sono stati finalmente presi in considerazione, è diminuita il giorno dopo quando ho letto di ipotesi leggermente diverse che prevederebbero di aumentare da 10 a 12 o addirittura a 14 il numero delle squadre da collocare in ciascun girone. La mia preoccupazione è duplice. Un girone di 14 squadre prevede 13 giornate all'andata e 12 al ritorno per un totale di 26 partite (che sono poche) nella tradizionale formula del girone all'italiana oppure di 52 partite (che sono troppe) se si volesse ripetere i gironi due volte. Questo per quanto riguarda il calendario. La preoccupazione maggiore però è che le 12 o le 14 squadre prevedono o nascondono l'ipotesi di un allargamento attraverso la riduzione o addirittura l'abolizione delle retrocessioni, una sciagura in termini di regolarità e di giustizia sportiva. Rimane da discutere il problema degli eventuali playoff. Io sono sempre statofavorevole a questa soluzione, che auspico inutilmente da anni anche per la serie A, ma vi vedo un pericolo che è quello di annullare uno dei vantaggi del girone doppio. Se infatti si vuole garantire il rifornimento dalla serie B alla A due almeno due squadre del centro-sud, i playoff potrebbero cancellare questa possibilità nell'ipotesi che fossero le squadre del nord ad imporsi nella fase finale. La perdita di posti in serie A da parte del Sud si è verificata perché la serie B a girone unico salvava i valori sportivi ma non garantiva equilibrio geografico che era invece assicurato alla serie B dai criteri con i quali sono formati i gironi della serie C. Infatti ogni stagione due squadre del centro-sud erano certe di andare in serie B, non altrettanto accadeva per il passaggio dalla serie B alla serie A con il risultato che stiamo verificando.

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