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CASO PASSAPORTI, IL PORTIERE DEL MILAN ACCUSATO DI FALSO

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Il giocatore rossonero era finito nei guai giudiziari perchè in possesso di un passaporto comunitario portoghese. Diversa la «sorte» del suo procuratore, Oscar Damiani, che per concorso nel medesimo reato è stato rinviato a giudizio e dovrà comparire davanti al giudice monocratico della settima sezione penale del Tribunale di Milano il 9 ottobre prossimo. L'indagine cominciò nel 2000 dopo che l'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, chiese alla questura di Milano di verificare se fosse vero il passaporto portoghese di cui era in possesso Dida. Galliani si rivolse allora alla questura dopo la pubblicazione di una notizia secondo la quale il portire rossonero era stato iscritto alla Champions League con un passaporto portoghese falso. Per la verità, come fu accertato in seguito, Dida era stato iscritto al campionato con un passaporto brasiliano, quindi extracomunitario. Il portiere, però, risultava effettivamente in possesso di un passaporto portoghese che, esaminato, risultò falso.

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