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Italia-Finlandia: il Trap schiera una nazionale più offensiva

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Che l'esperienza mondiale sia stata una disfatta lo testimonia anche la sterzata che Giovanni Trapattoni ha imposto alla sua idea di squadra, lo dimostra il ripudio degli uomini e del modulo che pure lo hanno portato fino in Giappone. Il 19 giugno a Daejeon è scesa in campo un'Italia schierata secondo il 4-3-2-1, domani alla Favorita il cittì confermerà il 4-2-3-1, ovvero quel poco di buono che la sua squadra ha messo in mostra negli ultimi tempi, leggi vittoria di Genova contro il Portogallo. Va da sè che non è un cambio da poco. Anche perchè condito da attori diversi e novità tattiche. Nove mesi dopo, è un'Italia nuova quella che si appresta a giocarsi il tutto per tutto, a decidere forse il futuro dello stesso Trapattoni. Solo la difesa resta invariata, ovvero a 4, anche se con nomi diversi, Panucci, Iuliano, Maldini e Coco allora, Panucci, Nesta, Cannavaro e Zambrotta adesso. Contro la Corea del Sud, va detto, Nesta era infortunato e Cannavaro squalificato, resta l'evidenza di un Maldini che ha detto addio (e ieri Nesta ha confermato: «Paolo è una persona coerente, non ci ripenserà») e di un importante spostamento tattico: Zambrotta che passa a fare il terzino sinistro, mentre a giugno fu impiegato a destra a centrocampo. Sulla sua linea, Tommasi e Zanetti. Davanti a loro Totti e Del Piero, poi Vieri di punta. Domani contro la Finlandia rivedremo invece i due centrocampisti, ovvero Perrotta e Zanetti, e il «tridente» Camoranesi, Totti e Delvecchio a supporto di Vieri. Con una domanda che pesa sul futuro, se ce ne sarà uno: che ne sarà di Del Piero, quando tornerà? Perchè questo nuovo modulo alla Real Madrid di cui Trap si è invaghito è lo stesso che Lippi usa nella Juve proprio quando non c'è il Pinturicchio, notoriamente poco giulivo sulla fascia sinistra, alla Delvecchio. Con il suo ritorno, Trapattoni riproporrà il 4-2-3-1, o riporrà Del Piero (in panchina)? Ma questo è già il dopodomani, sono problemi che l'allenatore forse vorrebbe avere per le mani: significherebbe aver passato la nottata, quella di Palermo. La delicatezza dell'appuntamento è nelle parole di tutti gli azzurri. Nesta per primo si assume la responsabilità della verità: «È una partita decisiva, che non possiamo sbagliare. L'Italia agli europei ci deve andare». Il difensore, comunque, è ottimista: «Vedo più difficile uno scudetto con il Milan che questa qualificazione. In fondo tante critiche che sono state fatte al gruppo azzurro sono ingiustificate, non è vero che abbiamo deluso. Spesso abbiamo fallito l'obiettivo solo per un golden gol...». Il che, semmai, fa ancora più male. Poco tenero con la critica «di chi non capisce niente di calcio» è uno dei protagonisti del dopo-Corea, Mauro Camoranesi, novità assoluta insieme a Perrotta e anche a Delvecchio, che quel 9 giugno scorso era in panchina. «Mi dà fastidio quando sento parlare di tattica da gente che non ha mai giocato al pallone. Comunque è uguale anche in Argentina... Questa partita con la Finlandia un'ultima spiaggia? Non direi così, ne abbiamo altre davanti. Certo sarà molto importante». L'italo argentino è uno su cui Trap punta alto, tanto da averlo riconfermato nonostante il non eccellente periodo di forma: «È vero, negli ultimi tempi ho avuto un calo molto evidente. È dovuto anche al fatto che per la prima volta in carriera mi trovo a dover giocare tre partite alla settimana, non c'ero abituato. Ringrazio comunque Trapattoni, sono contentissimo perchè mi ha dato questa possibilità in una gara ufficiale e per di più così delicata».

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