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L'austerity svaluta il cartellino

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Un esempio per tutti: Cannavaro valeva 30 milioni ora è quotato 12

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Bisogno a cui da qualche tempo non si sopperisce più come quando i soldi giravano e l'acquisto del campione giustificava ogni follia economica. Oggi, infatti, l'esigenza di evitare tracolli finanziari sul tipo di quello della Fiorentina è diventata per forza di cose preponderante e il mercato si fa con un occhio alla squadra e uno, molto più attento, ai conti societari. Una delle prime conseguenze di questa nuova austerity del pallone è stato la riduzione del valore dei cartellini dei calciatori. E così, pur tenendo conto che sul costo di un giocatore età e rendimento incidono quanto il parametro di riferimento, scopriamo che se ieri Cannavaro valeva 30 milioni di euro (più o meno quanto chiesto dal Parma alla Roma un anno e mezzo fa), oggi ne vale 12, ovvero quanto lo ha pagato l'Inter lo scorso agosto. La variabilità del costo del cartellino del difensore nell'arco di dodici mesi o poco più è forse l'esempio più significativo del crollo del calcio mercato, una volta gestito da presidenti spesso definiti "ricchi scemi", poi passato nell'era delle c.d. "plusvalenze" e oggi attraversato da questi forti venti di crisi. Ovviamente la diminuzione in percentuale del valore del cartellino non è uguale per tutti, visto che la valutazione di alcuni è diminuita più di quella di altri per ovvi motivi di campo. A far molto gola, però, oggi sono i calciatori in scadenza di contratto, quelli, in pratica, i cui servigi possono essere acquisiti a zero euro, limitandosi al solo pagamento dell'ingaggio. Tra questi il romanista Cafu, l'udinese Alberto (che sta rifiutando il rinnovo dell'accordo con la società friulana forse anche a causa di qualche voce che lo vuole nel mirino di club più importanti), i milanisti Chamot e Redondo e tanti altri, compresa mezza squadra del Torino. Ovvio che molti di loro troveranno una nuova squadra, mentre altri, più avanti con gli anni (Batistuta, Aldair, Sensini, ecc.) dovranno accontentarsi di ciò che passerà il convento o dei contratti a gettone. Il ribasso dei costi dei cartellini riguarda pure i campionissimi (Vieri, Totti, Del Piero), le cui valutazioni però restano sempre molto elevate. Particolare il discorso per i giovani emergenti (Cassano, Adriano, Miccoli, Corradi e altri), il cui valore di mercato si potrebbe pensare sia andato in contro tendenza e sia salito rispetto a quello di qualche tempo fa. E invece ci accorgiamo che le loro valutazioni se non sono scese, non sono neanche salite, rimanendo sostanzialmente invariate rispetto a quelle di prima della crisi. Così, ad esempio, il cartellino di Cassano continua a valere più o meno la stessa cifra (25 milioni di euro) di quanto lo ha pagato la Roma. Alla luce dei progressi da lui dimostrati in campo, anche questa stabilità, a suo modo, è una diminuzione, visto che un tempo, dopo le sue recenti brillanti prestazioni, la sua valutazione di mercato sarebbe quasi raddoppiata.

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