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di SILVIA GIGLIOLI MILANO — Discorso scudetto a parte, la partita di stasera è quella ...

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Davanti a lui ci sono soltanto Beppe Bergomi (517) e Gianni Rivera (501). Maldini ha debuttato nel massimo campionato il 20 gennaio 1985 in Udinese-Milan 1-1. La prossima settimana eguaglierà Rivera come calciatore rossonero più presente nella storia dei campionati di serie A del Milan. Maldini, emozionato? «Nel calcio moderno è sempre più difficile essere una bandiera. Non siamo in molti ma per quanto mi riguarda è un motivo di soddisfazione particolare aver sempre vestito la maglia del Milan». Chiuderà la carriera in rossonero? «So dell'interessamento di Arsenal e Chelsea, mentre non mi risulta che squadre italiane si siano mai fatte avanti». Chi è l'avversario più forte che abbia mai incontrato e quale la partita da dimenticare? «Vorrei cancellare la sconfitta di Verona, nel '90, quando perdemmo lo scudetto con una squadra retrocessa. E poi la semifinale persa ai rigori con l'Argentina, in quello stesso anno. Il più grande è naturalmente Maradona». Il Milan non vince in Europa da sette anni. «Forse ci sarà più gusto quando torneremo a conquistare qualche trofeo, anche se non si perde mai l'abitudine a vincere, ve lo assicuro. Nessuno ci può togliere la soddisfazione che abbiamo più punti del Real nel girone di Champions - ha puntualizzato Maldini -. A Madrid si può perdere con qualsiasi formazione e con quasiasi stimolo, ma il primo posto e la qualificazione in tasca con due partite d'anticipo ce li teniamo stretti». Cosa farà a fine carriera? «Ci sto pensando, non è facile uscire dal mondo del calcio dopo esserci stato così a lungo. Adesso mi sento bene, cerco di lavorare ancora di più e mi godo ogni momento degli allenamenti, dei ritiri e delle partite, perchè so che mi mancheranno tanto. Di sicuro non farò l'allenatore». A quale tecnico è più legato? «Mi è servito tanto iniziare la carriera con Liedholm che mi ha saputo trasmettere i suoi insegnamenti senza stress, fattore importante per un ragazzo che esordiva in serie A a sedici anni». Come si spiega la piccola crisi del Milan, in campionato? «Non è un periodo in cui le cose ci vanno particolarmente bene, però nella partita con il Chievo abbiamo visto un Milan ordinato che è riuscito a creare senza rischiare. Gli episodi sono negativi, però se attacchi sempre prima o poi girano. La Juventus è bravissima in questo: non si tratta di fortuna, ma di costanza». In campionato nelle ultime sette partite il Milan ha raccolto appena nove punti. Fra Ancelotti e Galliani negli ultimi giorni è perciò sceso il gelo, dopo il rinnovo del contratto all'allenatore sino al 30 giugno del 2005. Oggi a Reggio Calabria (Tele+ ore 18.00) il Milan recupera Inzaghi e Gattuso ma è ancora senza Serginho, Kaladze e Ambrosini.

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