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di CLAUDIO GUIDI BERLINO - Se il gioco del calcio vuole sopravvivere, sarà indispensabile ...

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A mettere le cose in chiaro in una lunga intervista al quotidiano "Die Welt" è il presidente della Fifa, lo svizzero Joseph Blatter, il quale è disposto ad apportare modifiche, ma non vuol sentir parlare di un superarbitro sotto forma di una telecamera che consenta all'arbitro in campo di individuare con assoluta certezza i falli di gioco. «Sono d'accordo nel cambiare qualche regola, ma solo se questo è assolutamente necessario - dichiara Blatter - e in ogni caso sono assolutamente contrario all'introduzione di un superarbitro, perché di una decisione presa con l'aiuto di una telecamera non voglio nemmeno sentir parlare. L'unica innovazione che accetterei è la telecamera sulla linea di porta. Se si riesce a trovare un sistema tecnico assolutamente affidabile, che permetta di stabilire se è gol o no, allora il progetto ha tutta la mia approvazione. Segnare un gol è l'anima e l'obiettivo di questo gioco, tutto il resto no». Insomma, il calcio va mantenuto in sostanza così com'è, perché esso «ha tre limiti: il terreno di gioco, i regolamenti e la durata delle partite. E tutto questo non si tocca!» Un ruolo fondamentale, affinché questo sport continui ad esercitare tutto il fascino che ha, ricade tuttavia sulle spalle degli arbitri e sull'autorità che essi riescono ad esercitare in campo, elemento questo sempre meno frequente. Blatter si dice convinto che «il successo o l'insuccesso del calcio dipendono dall'applicazione delle sue regole da parte degli arbitri. Noi possiamo predicare il fair-play quanto vogliamo, ma se chi ha il fischietto in bocca non è in grado di farlo rispettare, allora la cosa mi manda in bestia». Il presidente della Fifa affronta poi il grosso problema delle finanze dei club e chiede alle Federazioni nazionali di avere la mano pesantissima con chi non riesce a tenere i bilanci in ordine. «Le squadre - afferma Blatter - sono delle aziende e come tali devono avere un controllo dei budget e delle uscite. Se sul piano economico la situazione diventa insostenibile, allora bisogna liquidare l'azienda. In Europa solo la Francia applica questa norma con un inflessibile rigore, radiando i club dalle serie superiori. Retrocedere una squadra dalla Serie A alla Serie B non serve a nulla, poiché le spese sono quasi le stesse, ma le entrate sono molto inferiori. Queste squadre vanno retrocesse fino ai campionati per dilettanti, in modo che debbano ricominciare da zero. Solo se si agisce così si potranno evitare conseguenze negative per questo sport. Adesso tocca alle Federazioni agire, ma quale presidente di una Federazione ha il coraggio di attaccare un grande club?»

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