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di MARCO GRASSI ANDREI Kivilev, corridore kazako di 29 anni, professionista nella squadra ...

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Una caduta come se ne vedono a centinaia nel corso di una stagione ciclistica: provocata in questo caso dal tedesco Ordowski, finito per terra a causa di un guasto meccanico, e involontario responsabile del ruzzolone di due colleghi, Rutkiewicz e Kivilev. Il primo s'è rialzato subito. Il secondo, finito con il volto sull'asfalto, non ha più dato segni di vita. Il kazako, da quel momento in poi in coma vigile, è stato subito ricoverato presso l'ospedale di Saint-Chamond; ma le sue condizioni hanno reso necessario l'immediato trasferimento nella più attrezzata struttura di Saint Etienne. Il referto parlava di grave trauma cranio-facciale con frattura dell'osso frontale (e di due costole). Le condizioni, fino alla serata di martedì stazionarie, si sono aggravate nella notte, a causa di un edema sempre più esteso che ha reso inutile ogni intervento: ultimo, un tentativo di decompressione neurochirurgica, fatto per evitare che la pressione endocranica salisse troppo. Kivilev lascia la moglie e una figlia. Kivilev, professionista dal 1998, era balzato agli onori delle cronache due anni fa, quando grazie ad una «fuga-bidone» in una delle prime tappe si era trovato nelle primissime posizioni del Tour de France con un ampio vantaggio sui favoriti: malgrado il recupero di Armstrong e soci, il kazako aveva comunque chiuso al quarto posto quell'edizione della Grande Boucle. Al 2001 risalgono anche le sue uniche due vittorie: una tappa al Giro del Delfinato e una alla Route du Sud.

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