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La7 diventa TeleCaschetto: i giornalisti sono tutti suoi. Così l'agente domina i palinsesti

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Marco Zonetti
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Se pensiamo alle agenzie di management televisivo riteniamo automaticamente che si occupino di promuovere e tutelare gli artisti dello spettacolo. Niente di più errato, almeno in Italia. Già perché nel nostro Paese non sono soltanto attori, cantanti, presentatori ad affidarsi a tali agenzie, ma anche i giornalisti al timone di programmi di approfondimento politico.

Un caso eclatante è quello di La7, i cui conduttori di punta – Lilli Gruber, Giovanni Floris, Corrado Formigli, Massimo Gramellini, Luca Telese – sono tutti assistiti dallo stesso agente. Parliamo di Beppe Caschetto, titolare della ITC 2000, un autentico potentato mediatico che rappresenta da solo il gotha televisivo italiano. Ovvero personaggi - oltre ai cinque sopra citati - che si dividono tra Rai, Mediaset, La7 e Discovery come Stefano De Martino, Simona Ventura, Fabio Fazio, Luciana Littizzetto, Sabrina Ferilli, Maurizio Crozza, Virginia Raffaele, Alessia Marcuzzi, Pierluigi Diaco, Geppi Cucciari, Ema Stokholma (che presenterà PrimaFestival durante la kermesse sanremese), Caterina Balivo, Fabio Volo, Enrico Brignano e la moglie Flora Canto, Stefano Bollani e consorte Valentina Cenni, Pif, Enrico Lucci, Antonino Monteleone, Mia Ceran (approdata dalla scorsa stagione a Tv Talk), Veronica Gentili e così via, solo per citarne alcuni. Quanto a La7, poi, siamo di fronte a un autentico monopolio da parte dei personaggi della ITC 2000 – fra cui Luca & Paolo, presenze fisse da Floris – tanto che la rete di Urbano Cairo viene talora definita «TeleCaschetto», appellativo non così lontano dalla verità.

 

L'azienda, che ha sede a Bologna e vanta una trentina di dipendenti, ha come amministratore unico Beppe, il fondatore, e come soci la moglie Rossana Mignani e la figlia Federica. Da una costola della ITC 2000 sono poi nate una società di produzione teatrale e la IBC Movie, che produce film e serie Tv, con protagonisti i personaggi rappresentati dall'azienda madre.

Tornando alla televisione, spesso i conduttori «caschettiani» perlopiù di sinistra invitano nelle loro trasmissioni i colleghi della ITC 2000, che poi ricambiano la cortesia invitandoli a loro volta nella propria, dando origine a una sorta di occupazione autoreferenziale dei palinsesti. Caso clamoroso, quello della trasmissione Quelli che... presentata su Rai2 da Luca e Paolo e Mia Ceran, che tra conduttori e cast fisso annoverava ben otto personaggi rappresentati da Caschetto.

 

Ma se, nel caso degli artisti, questo circolo Pickwick con il suo ventaglio di soliti nomi spalmati in ogni angolo dei palinsesti televisivi lascia perplessi, nel caso dei giornalisti televisivi e dei conduttori dei talk politici inquieta. È normale che risultino quasi tutti assistiti dallo stesso agente?

Siamo proprio sicuri che questo modello «Annalisa» dell’approfondimento- io invito lei che invita lui che invita me - sia in ultima analisi garante di pluralismo, fondato com'è su dinamiche di scuderia? Tutto regolare che i volti di punta di La7 - che ormai ha quasi il monopolio dell’informazione italiana - abbiano una «eminenza grigia» che li rappresenta? Il fatto che Caschetto abbia dichiarato d’ispirarsi a Enrico Cuccia riesce solo a inquietare ulteriormente.

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