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Vasco Rossi, Senza parole è da brividi: "Ecco lo spettacolo più potente del mondo"

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La musica può portare un grande contributo perché è arte e cultura e la cultura è fondamentale può dare una mano alle persone in un momento di nebbia sofferenza e fatica queste ondate di musica parole importanti e anche riconoscere le fragilità che ci sono può essere stimolo per tutti”. Queste le parole di Don Ciotti, dell’Associazione Libera, presente, ieri sera, alla prima data del tour di Vasco Rossi allo stadio Olimpico a Torino.  Il rocker ha dato ufficialmente il via, dallo stadio Olimpico di Torino, con 36mila presenze, al "Vasco Live Duemilaventicinque", il tour che lo porterà in sei città, per un totale di dodici concerti totali, che dimostreranno ancora una volta come sia la più grande macchina da live del Paese.  Vasco Rossi, classe 1952, l’unica rockstar italiana sulla cresta dell’onda da oltre 50 anni. 73 primavere, stessa grinta stessa prestanza vocale, stessa presenza scenica e un nuovo tour confermando a pieno titolo la sua immortalità musicale.

“Questo è lo spettacolo più potente del mondo – ammette”.  Vasco su un palco di 86 metri, dominato da 5 giganteschi schermi, 3 centrali a forma di V rovesciata e dritta e due laterali che consentono la visuale a tutto lo stadio, si è esibito con oltre 25 canzoni una scaletta completamente rivoluzionata per tre ore di concerto. La setlist è un viaggio attraverso i decenni della carriera di Vasco, mescola classici intramontabili con brani più recenti. Tutte le canzoni parlano di vita: ‘Sono innocente’, ‘Manifesto Futurista' e ‘Valium’. E ancora, ‘Vivere’, che dal 1993 è un invito a non lasciarsi abbattere dalle difficoltà e ‘Mi si escludeva’, che dà voce a chi si è sempre sentito fuori posto: “L'ho scritta 30 anni fa e sembra praticamente scritta oggi, perché la situazione è ancora peggiorata - ha confessato.'

Tre anni fa, il 30 giugno 2022, proprio a Torino, Don Ciotti salì con Vasco sul palco per lanciare un appello a favore della pace. Questa volta il rocker di Zocca sulle note del brano “Gli spari sopra": ha fatto comparire a tutto schermo una scritta "Fuck War". “Questa canzone – ha urlato Vasco – è per tutti i farabutti che governano questo mondo". Don Ciotti è un amico di Vasco che apprezza particolarmente il singolo: “Vita spericolata”. E' quello che ha permesso di incontrarci. Noi ci conosciamo da una vita e ci sentiamo spesso”.  A proposito di Vita Spericolata e della scaletta di questo concerto, Vasco ha spiegato: "Ogni canzone di questo concerto è una fotografia di vita vissuta ostinata complicata meravigliata. In una parola, una vita spericolata alla ricerca di un senso e ogni ricerca è sempre spericolata! Di fronte a un mondo pieno di odio, di guerre, di violenza, di valori rovesciati noi celebriamo la vita in tutte le sue accezioni, il mio è un concerto di luce - spiega il cantante che quest'anno ha voluto una scaletta di venticinque canzoni per circa due ore e mezzo di musica che hanno come fil rouge proprio la vita, appunto.

Don Ciotti è arrivato accompagnato dai suoi ragazzi, che saranno in tribuna anche questa sera, in occasione della seconda tappa torinese. "Una marea di giovani con storie complesse, difficili, che ce la mettono tutta, che sono accolti al concerto -  dice Don Ciotti -. Hanno storie pesanti, noi li stiamo accompagnando.  Per loro è molto importante Vasco, attraversa generazioni di persone".  Il parroco risponde anche una nostra domanda sul processo di pace che sta portando avanti il nuovo pontefice Papa Leone XIV: “L’ho visto ieri a Roma, ha parlato di pace, eravamo in Vaticano questo papa ha parlato ancora di pace c’è bisogno di pace ma bisogna che ci si svegli un po’ tutti, bisogna dare uno scatto in più questo. Si è preso impegno su pace e ha autorevolezza per poterlo fare però bisogna che si svegli un po’ la politica del mondo, è tutto lento e burocratico mentre si continua a uccidere c’è violenza, guerra e morte non è possibile c’è assuefazione ma ci vuole uno scatto in più”.  Per Vasco la pace dobbiamo trovarla soprattutto all'interno di noi stessi.

“Secondo me la pace non ce l'abbiamo dentro perché siamo sempre in continua guerra con quello che vorremmo e dovremmo essere. Invece dovremmo pensare semplicemente di essere quello che siamo. Quindi la pace è chiaro che va cercata soprattutto dentro noi stessi. Per quanto riguarda le guerre non ne possiamo più. La realtà di oggi è molto oscura perché in realtà sono stati anche fomentati dall’odio. C'è rabbia c'è frustrazione c'è e poi c'è gente che bombarda. Per la gente il profitto e la violenza e il potere siano diventati la cosa più importante. E la vita è sempre più meno presa in considerazione”.  Dopo il tour proseguirà il 5 e 6 giugno a Firenze (Visarno Arena), l'11 e 12 a Bologna (Stadio Dall'Ara), il 16 e 17 a Napoli (Stadio Diego Armando Maradona), il 21 e 22 a Messina (Stadio San Filippo), per concludersi con il doppio appuntamento del 27 e 28 giugno a Roma (Stadio Olimpico). Dato fisso, il sold out ovunque. “Credo che in questo momento abbiamo più bisogno di amore che di felicità In fondo, si può vivere anche senza raggiungere mai questa vetta. Non è un bisogno primario. Però, per esempio, fare provare agli altri gioia o attimi di felicità attraverso la musica – conclude Vasco - è una soddisfazione incredibile” (Carmen Guadalaxara). 

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