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Nomadi, parla Beppe Carletti: “Con il pubblico festeggiamo i 60 anni di carriera”

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Francesco Fredella
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Beppe Carletti è stato ospite di RTL 102.5 in compagnia di Angelo Baiguini e Federica Gentile. Durante “W l’Italia”, l’artista ha raccontato in radiovisione i primi 60 anni dei Nomadi e il nuovo album “Cartoline da qui”. Il 5 maggio 2023, è uscito “Cartoline da qui”, il nuovo album dei Nomadi. L’omonimo singolo, che ha anticipato l’album, è firmato da Luciano Ligabue. Beppe Carletti lo racconta così a RTL 102.5: «Ligabue ci ha fatto un grande regalo. Dopo aver visto una mostra dedicata ad Augusto Daolio mi ha chiamato e mi fatto sentire questa canzone, poi me l’ha regalata. In questo album ci sono tante persone che mi vogliono bene».

Nei primi anni 60, nella “bassa” emiliana, tra Modena e Reggio Emilia, Beppe Carletti e Augusto Daolio, hanno fondato i Nomadi, una delle band più longeve d’Italia. Ospite di RTL 102.5, Beppe Carletti ha raccontato in diretta in radiovisione la grande festa organizzata per celebrare i primi sessant’anni di una delle band più importanti della musica italiana. «Dal pubblico i Nomadi hanno ricevuto molto affetto. Quest’anno festeggiamo 60 anni, e li celebreremo proprio insieme al pubblico», racconta Carletti. L’esordio avviene nel 1963 e il nome scelto fu Nomadi. «Il nome Nomadi l’ho scelto perché in quel periodo tutti ambivano a utilizzare nomi esteri. Io ho pensato al fatto che mia mamma lo dovesse pronunciare bene. Non abbiamo mai avuto maschere. Abbiamo un pubblico meraviglioso, che non ci ha mai abbandonato, nemmeno dopo la scomparsa di Augusto. Se vedete un concerto adesso è come se fosse ancora sul palco», continua.

I Nomadi festeggeranno i loro 60 anni con il tour NOMADI60, in tutta Italia.  «Abbiamo inciso 360 canzoni, fare la scaletta è un disastro», racconta Beppe Carletti. «Abbiamo fatto tantissimi concerti, credo sui 5 o 6 mila. Penso di aver già girato i paesi due o tre volte. Se dovessi mandare una cartolina da un posto in cui ho suonato, non saprei cosa dire. L’altro giorno sono stato a Montella, in provincia di Avellino, dove avevamo già suonato in passato. Mi ricordo i particolari dei concerti, Montella la ricordo perché il vescovo mi diede un rametto di ulivo, che conservo ancora», aggiunge.

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