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Don Matteo, arriva Raoul Bova al posto di Terence Hill e spiazza i fan: la rivoluzione dopo 22 anni

Alice Antico
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Don Matteo è scomparso", urla Natalina ai carabinieri. Siamo al consueto appuntamento serale del giovedì con la serie di “Don Matteo”, ma l'ultima puntata, in onda il 28 aprile scorso, si presenta in modo davvero singolare: in chiesa a celebrare la messa, difatti, c'è Raoul Bova. "Sono don Massimo, il nuovo parroco", spiega a Frassica che lo gela: "Qui l'unico parroco è don Matteo. E non lo sostituisce nessuno, neanche pro tempore".

Terence Hill, dunque, il celebre e affezionatissimo Don Matteo, esce di scena dopo 22 anni di onorato servizio; al suo posto è arrivato Raoul Bova, Don Massimo, un bel sacerdote che alla bicicletta preferisce la moto. È il cambio della guardia la novità della stagione. E subito la piccola Ines dice a Bova quello che tutte le signore di Spoleto e le spettatrici pensano: "Non sei troppo bello per fare il prete?". 

Tuttavia, Don Massimo arriva e porta la propria storia, il proprio vissuto, ma c’è chi spera ed è pronto a scommettere che Terence Hill possa riapparire, magari in una qualche puntata, la prossima stagione. Il pubblico era molto affezionato all’attore, alla sua tonaca rattoppata mai cambiata in tutti questi anni; e lui stesso era estremamente legato al personaggio, che aveva modellato su di sé. Un prete cowboy, generoso e mai giudicante.

Sui social network la notizia della sua uscita di scena è stata accompagnata da faccette tristi e cuoricini, con l’augurio “che Raoul sia all’altezza”. Intanto i carabinieri indagano sul nuovo sacerdote. Non si chiama Massimo Sartori, era un carabiniere dei reparti speciali, non può rivelare dov'è don Matteo: gli hanno imposto il silenzio.

La saga ricomincia. E sul finale arriva la lettera di Don Matteo, che ha un pensiero per tutti, anche per il suo sostituto. "Ciao Massimo, so che sei un bravo prete, la vocazione è un mistero. Il bello è che non sei tu ad avere scelto Dio, ma è lui che ha scelto te. So che i miei amici sono un po' matti ma te li affido lo stesso. Sono in buone mani”.

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