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Sanremo 2022, Selvaggia Lucarelli scatenata su Lorenza Cesarini: "Una che ci impietosisca..."

Giada Oricchio
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Lorenza Cesarini, di professione attrice, è stata la co-conduttrice della seconda serata del Festival di Sanremo 2022. Al di là della bellezza indiscussa e della tenerezza infantile con cui ha calcato l’intimidatorio palco del Teatro Ariston, ha suscitato sentimenti contrastanti e non poche polemiche per il monologo sul razzismo nato da alcuni commenti social ricevuti da ignoranti, invidiosi e frustrati.

Selvaggia Lucarelli, giornalista de “Il Domani”, ha storto il naso davanti al monologo e l’ha bocciata nelle pagelle sulla seconda serata di Sanremo: “Lorena Cesarini ha esordito ringraziando l’uomo che l’ha scelta, quel magnanimo di Amadeus che, pensate, le è apparso all’improvviso il primo gennaio, come una specie di Dio Giano, per comunicarle che era una delle prescelte. E chissà, la Rai magari l’ha pure pagata. (…). Pensavamo che potesse bastare così, con l’immagine della fortunata eletta chiamata a fare da ancella al suo signore, e invece no. Invece s’è aggiunta pure la lettura dei tweet cattivi sull’Italia razzista, e non è che non sia vero che sia un paese pieno di gente razzista, ma perché tutto sulle spalle gracili di questa donna? (…). Perché una donna che sale sul palco non può essere semplicemente brava e divertente? No, deve avere l’investitura della missione. Pure se non ha l’impalcatura, la struttura per sostenerla. Come Lorena Cesarini. Che alla fine di quello sgangherato discorso retorico e quel vittimismo scolastico da prima serata a Sanremo è finita per sembrare non chi combatte, ma chi soccombe. Iva Zanicchi la saluta con la genuinità disarmante dell’italiano medio che stava appunto pensando: «Carina sei». Un disastro. Voto: 1”.

Un giudizio tranchant che oggi Lucarelli ha precisato in un post su Facebook: “A proposito del monologo di Lorena Cesarini cerco di spiegarmi meglio. Il razzismo é un problema culturale. Il festival di Sanremo è una gara di canzoni. Se vuoi affrontare il tema del razzismo lo fai partendo, appunto, dal presupposto che se ne debba parlare con cultura e inviti chi ha studiato, approfondito, sviscerato. Stasera a parlare di mafia viene Saviano, mica uno che fa il farmacista”.

Ed ecco il nocciolo della questione: “Se invece vuoi la festa e basta (magari) chiami una co-conduttrice, una professionista, una che sa stare su un palco. Come lo sanno fare Fiorello, Amadeus, Zalone, nei loro settori. Che salgono sul palco per fare quello che sanno fare, con i loro vestiti. A cui non si chiede una profondità ulteriore, che legittimi la loro presenza lì. La verità è che una donna che salga sul palco per insegnare qualcosa fa ancora paura. Una che regga il palco meglio del co-conduttore fa paura. Una che ci impietosisca, pure inesperta sul palco, è invece perfetta. Per loro”. Una verità nuda e cruda.

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