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Sono già italiano, Khaby Lame non si piega allo ius soli

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“Ius soli? Sono già italiano”. Khaby Lame, l’italiano più seguito al mondo su TikTok e su Instagram, parla con la sua mimica facciale e con le sue mani. Per il resto non proferisce sillaba. Tranne che in un’intervista al settimanale "Sette" del Corriere della Sera.

Il giovane originario del Senegal ma piemontese da quando era in fasce, ha risposto dritto per dritto alla domanda se la questione intorno allo ius soli, il diritto alla cittadinanza italiana per chi vive stabilmente nel paese, lo faccia arrabbiare: “No, non mi fa arrabbiare perché io sono italiano, mi ci sono sempre sentito. Non lo dico solo io. Leggo: ‘Khaby, l’italiano più seguito al mondo". Allora mi dico: vedi, sono italiano, non mi serve un foglio di carta per saperlo”.

 

 

 

 

 

Dunque, non sarà lui a issare la bandiera dello ius soli, fortemente voluto dai partiti di sinistra. “E’ vero che non avere la cittadinanza toglie diritti. Per esempio non posso andare facilmente negli Stati Uniti e ci vorrei andare tanto – ammette Khaby Lame - Ma solo ora che sono diventato famoso pensano alla mia cittadinanza, prima non importava a nessuno. Non sono un politico, non voglio fare politica. Però molti ragazzi mi scrivono sui social e so che questa questione della cittadinanza a loro pesa più che a me. Quindi, se la mia storia può aiutare gli altri, ne sarei felice. Io sono fortunato”.

Il concetto è chiaro: non voglio essere strumentalizzato (stessa posizione di Marcell Jacobs, medaglia d’oro nei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo) però se la mia celebrità è utile per un dibattito costruttivo (e definitivo) ben venga. Eppure molti utenti social, compresi giovani immigrati, lo hanno criticato sostenendo “Non ha capito, fa il gioco di chi vuole metterlo a raccogliere pomodori”.

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