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Enrico Rotelli, così il biografo di Carla Fracci racconta la grande étoile: era sempre proiettata al futuro

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Fabrizio Finamore
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Il rapporto che si crea tra scrittore di un libro biografico e il suo protagonista (il recente film di Pupi Avati “Lei mi parla ancora” lo racconta magnificamente) è un rapporto speciale, intimo, di grande complicità. Per questo abbiamo chiesto un ricordo personale di Carla Fracci al giornalista e scrittore Enrico Rotelli che ha curato con la grande étoile la sua unica autobiografia dal titolo “Passo dopo passo. La mia storia” uscita nel 2013 per Mondadori.

“Sono ancora frastornato dalla notizia – ci ha confessato Rotelli – personalmente ho avuto la fortuna di avere un rapporto di amicizia vera con lei e non solo durante la stesura del libro. Anche in questo ultimo periodo, non potendoci incontrare, ci eravamo comunque sentiti con la promessa di rivederci per un caffè appena finita l’emergenza pandemia”. Sul suo lungo lavoro fatto insieme alla Fracci per realizzare la sua biografia poi, Rotelli racconta: “Fu un lungo lavoro quotidiano: per un anno mi fermavo a casa sua e lei, seduta sul suo divano, mi raccontava. Non è sempre stato facile, ricordo che inizialmente mi disse candidamente: “non ho voglia di raccontarti la mia vita, raccontami la tua”. Poi gradualmente cominciò ad aprirsi e a raccontarsi un po’ alla volta ma ricordo che rimasi piacevolmente stupito nel vedere questa signora di 80 anni che, malgrado la sua grandissima storia, non si mostrava affatto come una celebrità dedita al passato ma come una donna ancora proiettata sul suo futuro. La sua immagine pubblica per certi versi era molto diversa da quella privata, mi tornano in mente in quei lunghi pomeriggi i suoi inviti a mangiare un po’ di salame e a bere del buon prosecco . E poi era curiosa di ogni forma d’arte, ricordo ancora quando parlammo dei concerti di Patty Smith. In generale la sua capacità di unire l’arte alta con tutti rimane secondo me la sua più grande forza”.

Tutto questo emergeva chiaramente nella sua autobiografia, libro dai toni diretti e mai autocelebrativo. “Dal libro emerge una donna con una determinazione incredibile -spiega Rotelli - e allo stesso tempo anche una pioniera capace di portare la danza in contesti del tutto inediti, la prima ad avere un figlio, scelta proibitiva prima per molte ballerine. Per lei l’intimità della famiglia, come quella del camerino, erano molto importanti”. Ma la Fracci era una donna anche molto ironica “Quando Virginia Raffaele fece la sua imitazione a Sanremo – racconta Rotelli - è stata un po’ la consacrazione del mito, lei si divertì molto , scherzava con la Raffaele prendendo in giro la parodia di sé stessa. L’insegnamento che lascia alle nuove generazioni è grande. “Non ascoltate pettegolezzi – diceva – bisogna essere impermeabili a queste cose perché ti possono distruggere, credi solo in te stesso”. E poi a proposito dei successi e dei riconoscimenti, è stata una che ha incontrato due volte la Regina Elisabetta tanto per avere un’idea, diceva spesso: “i riconoscimenti possono far piacere, ma tutte le mattine io ero sempre davanti alla sbarra. Sono sempre necessari grande sacrificio e determinazione per poi arrivare alla gioia incredibile di quando sei sul palco”. 

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