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Marco Masini a Sanremo: "Conti e De Filippi come Messi e Neymar"

Marco Masini presenterà la sua

Carlo Antini
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"A Sanremo ci saranno i Neymar e Messi della televisione”. Marco Masini è entusiasta della co-conduzione di Carlo Conti e Maria De Filippi e non nasconde la propria voglia di salire sul palco per proporre al pubblico la sua “Spostato di un secondo” e la cover del giovedì sera, “Signor Tenente”. Marco Masini, come si sta preparando ai riflettori dell'Ariston? “Sto lavorando soprattutto sulla concentrazione. Il Festival è un'occasione imperdibile e la mia canzone è la punta dell'iceberg di un progetto che va avanti da almeno due anni. Il brano ha suoni un po' particolari. Insomma cerco di raccontarmi attraverso i cambiamenti”. Sarà la sua ottava partecipazione al Festival. Pensa di poter vincere di nuovo? “Non mi interessa. Mi interessa raccontare al pubblico una storia. Sanremo è un momento di condivisione. Poi le soddisfazioni arrivano dopo mesi. Il Festival ti dà una carica in più e ti dà il coraggio che non pensi nemmeno di avere”. Di cosa parla la sua “Spostato di un secondo”? “Racconta la storia di una speranza. E' una sorta di “Sliding doors” in versione musicale. Nella vita a volte basterebbe un secondo per tornare nello stesso posto e magari prendere decisioni diverse dal passato. Credo lo abbia desiderato chiunque. Il tempo è un problema di tutti. La mia canzone racconta una sorta di viaggio nel tempo: oggi non è ancora possibile. Ma domani chissà”. Per la serata delle cover ha scelto “Signor Tenente” portata al successo da Giorgio Faletti. Com'è nata la sua scelta? “L'ho scelta per due motivi. Giorgio lo conoscevo bene. Sono stato anche a casa sua e ho tanti ricordi. Ho perfino musicato un suo testo e tra noi era nato un vero e proprio sodalizio artistico. E poi perché “Signor Tenente” ha una particolarità...”. Quale? “All'epoca la canzone ebbe un successo strepitoso. Poi è scomparsa quasi del tutto. Non viene risuonata nemmeno nei karaoke”. Che ricordo ha di Giorgio Faletti? “Era un uomo serio, professionale e dotato di grande saggezza. Dai suoi libri emergono semplicità e genialità interne molto spiccate. Rendeva tutto imprevedibile. Ha lottato fino in fondo, con tanto coraggio”. Cosa pensa quest'anno della conduzione targata Conti-De Filippi? “Sono due indiscussi fuoriclasse. E' come se in campo ci fossero Neymar e Messi. E' meglio ci siano loro piuttosto che due modelle bellissime. Conti è un'enciclopedia vivente e la De Filippi scopre talenti tutti i giorni. In passato al Festival mi è capitato di sentir storpiare perfino i nomi degli artisti italiani. Invece se i conduttori sono bravi e competenti ne guadagna tutta la musica. Sono molto fiducioso”. Il 10 febbraio uscirà il suo nuovo album intitolato “Spostato di un secondo”. Dall'ultimo lavoro sono passati sei anni. Perché tutto questo tempo? “Perché è cambiato lo scenario e anche la mia voglia. Questo è un album concettuale ed è raccontato come se potessimo controllare lo spazio-tempo. Al suo interno ci sono immagini sonore coerenti con quello che voglio rappresentare”. Quali ad esempio? “Per esempio che l'amore è figlio di un condizionamento sociale. Non mi riferisco solo all'amore di coppia ma anche a quello per un amico o un genitore. Fino a Madre Teresa che ha dispensato amore a tutti. Stare in società ti cresce e ti cambia e certe paure e timori sono figli di qualcosa avvenuto in precedenza. Perfino il rapporto con la vita è un rapporto sociale”.

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