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Lo stress si vince con l'Ikebana. L'arte giapponese dei fiori conquista Roma

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Mary Tagliazucchi 
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La parola stress nella Capitale è una costante comune a molti cittadini romani che, fra trasporti inefficienti, ingorghi stradali e inquinamento ambientale sono quotidianamente sotto pressione ancor prima di arrivare sul loro posto di lavoro. Non è quindi un caso se, la rilassante e filosofica arte dell'Ikebana, sta prendendo sempre più piede a Roma, coinvolgendo sempre più appassionati. Soprattutto nel campo della formazione all'interno delle aziende dove questo nuovo trend è entrato ufficialmente  nel campo del team building. Infatti, grazie ai principi di questa arte orientale, stress e frustrazione vengono allontanate. Ma cos'è di fatto l'arte dell'Ikebana? Innanzitutto il significato della parola Ikebana è “rendere visibile la vita dei fiori”. Nata più di 600 anni fa in Giappone, dalla pratica buddhista di offrire omaggi floreali agli spiriti dei defunti, è considerata a tutti gli effetti un'arte al pari della pittura e della scultura. Impararne le regole è un modo per avvicinare la propria anima alla natura, unendo i ritmi delle stagioni ai propri.  L'uso degli spazi ovviamente è fondamentale per l'armonia di tutti gli elementi. Non solo fiori, quindi, ma anche recipienti di diversi materiali, vasi di vetro che riflettono la luce; rami, ramoscelli, petali, foglie adatte al periodo di composizione. Per questo non solo in tutto il mondo, in Italia e a Roma sono sorte ed esistono scuole per imparare questa arte che nel corso dei secoli ha visto il diversificarsi di vari stili come  lo stile rikka (decorativo per i castelli nobili), lo stile seika/shoka (caratterizzato triangolare dei rami) e lo stile chabana ( semplice).  “È molto più che una forma decorativa è un mezzo di espressione artistica come la pittura, la musica o la poesia. La combinazione armoniosa di materiali diversi che coglie l'essenza della vita, dalla nascita alla morte, e diventa così uno strumento di meditazione ed elevazione spirituale. Nell'Ikebana ogni artista abbina rami e fiori secondo la propria personalità, influenzato dai tratti distintivi, dai rapporti e dalle esperienze che lo contraddistinguono. L'estetica e la valorizzazione delle caratteristiche della natura diventano così la chiave per una più profonda conoscenza di sé stessi. La filosofia dell'Ikebana è che ciascuno trovi la propria filosofia in modo autonomo, strada facendo", dichiara Akiko Gonda la flower artist della scuola Sogetsu, che nel 1997 ha raggiunto il livello più alto (Ikkyu Shihan - Somu) nel 1997.  Keimei è l'originale nome d'arte attribuitole all'epoca dal suo maestro.   E, se l'arte dell'Ikebana è sempre più diffusa a Roma, il merito va anche alle attività divulgative dell'Istituto Giapponese di Cultura. La scuola d'arte di Akiko Gonda nell'atelier di Via dell'Orso 83. Qui la disciplina dell'Ikebana - che si sta affacciando anche al campo della formazione in azienda- è ormai una consuetudine che arricchisce sia a livello culturale che personale.  Ikebana è l'ideale giapponese di proporzione tra le parti e il tutto, di bellezza che non comprende solo il fiore ma ogni suo elemento. In un percorso di oltre 40 anni di pratica dell'Ikebana, Akiko Gonda ha trovato una sua visione di questa tradizionale disciplina giapponese. Più volte, inoltre, il nome della flower artist è spiccato tra le numerose mostre a cui ha preso parte. Una fra tutte la mostra “Bamboo” a Palazzo Reale del Maestro Hiroshi Teshigahara. Ma le prestigiose opere di Akiko Gonda sono state utilizzate anche da stilisti di moda, come nella mostra “Linfa e Anima”, presso lo studio di Antonio Marras e designer d'interni, per allestimenti e per servizi fotografici su prestigiose riviste.

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