L'Italia scende in campo contro i "super batteri"
La soluzione è una nuova cefalosporina che combatte ceppi batterici più difficili da trattare.
Hanno nomi latini ma sono dei batteri killer che resistono agli antibiotici. Si chiamano Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae e Staphylococcus aureus. La gente li conosce come "i superbatteri" che hanno sulla coscienza 400 mila infezioni l'anno e 25 mila morti solo in Europa. Per estirparli spendiamo 1,5 miliardi di euro. Di questo e altro si è parlato nella sesta Giornata Europea degli Antibiotici che gli esperti hanno preso al balzo per tirare le orecchie alla classe medica e alla popolazione, che spesso non usa in modo responsabile gli antibiotici. L'allarme però scatta sul rischio paradossale di tornare indietro di quasi un secolo all'era pre-antibiotica, a prima della scoperta della penicillina: così molte infezioni comuni, un tempo facili da debellare, minacciano di tornare a essere un incubo per la salute umana. L'Italia ha la sua risposta: una cefalosporina di nuova generazione, efficace contro ceppi batterici resistenti e difficili da trattare. Il nome è impronunciabile, i medici la chiamano ceftarolina fosamil ma è la prima cefalosporina efficace anche contro MRSA, lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina che in Italia è considerato un vero problema di salute pubblica; ha un'incidenza del 38% (doppia rispetto alla media europea) e provoca ogni anno più di 52 mila casi di infezioni complicate della cute. Approvato per il trattamento delle infezioni complicate della cute e dei tessuti molli (cSSTI) e per la polmonite acquisita in comunità (CAP), ceftarolina fosamil è uno dei pochi nuovi antibiotici autorizzati negli Stati Uniti e in Europa negli ultimi 5 anni ed è il primo lanciato dopo l'iniziativa “10 x 20” della Società americana per le malattie infettive (IDSA), ideata proprio per supportare lo sviluppo di almeno 10 nuovi antibiotici entro il 2020.
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