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Una radiografia su tre è inutile

Radiografia

Stima della Società Italiana di Radiologia Medica. Le radiografie non necessarie aumentano del 400% il rischio di essere operati inutilmente.

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In Italia una prestazione radiografica su 3 è inutile. È la stima della Società Italiana di Radiologia Medica che festeggia i suoi cento anni di storia con un convegno dedicato a “L'innovazione in radiologia per la medicina di domani”. Il problema è serio: se si considera che il costo per ogni esame, a seconda delle metodiche impiegate (si va dai 20 € di un semplice esame radiologico ai 150-200 € di una risonanza magnetica), incide comunque sulla gestione sanitaria, specie per TC e RM, e che ogni anno si fanno circa 1 milione di prestazioni radiologiche, si può immaginare quanto ci perda lo Stato. Come se non bastasse, prescrivere radiografie inutili aumenta del 400% il rischio di essere operato inutilmente. Rendere gli esami più performanti in termini diagnostici e ridurre l'esecuzione di quelli inutili sono le due scommesse per il futuro lanciate da SIRM che, coglie l'occasione della due giorni congressuale nell'Aula Magna dell'Università Statale di Milano (oggi e domani), per ufficializzare la propria adesione al progetto “Fare di più non significa fare meglio”. In altre parole è la versione italiana di “Choosing Wisely” (Scegliere Saggiamente), ovvero la campagna attuata negli Stati Uniti per scoraggiare il ricorso a esami e procedimenti medici inutili da parte dei cittadini. Nel nostro Paese è stata fatta propria dalla rete Slow Medicine, i cui sostenitori condividono un modello di cura sobrio, rispettoso e giusto: sobrio, perché fare di più non vuol dire necessariamente fare meglio; rispettoso, perché valori, aspettative e desideri delle persone sono diversi e inviolabili; giusto, perché è doveroso garantire cure appropriate e buona qualità per tutti. Tutto questo in pratica si traduce in un monito che SIRM sintetizza in 5 pratiche ad alto rischio di inappropriatezza: al primo posto spicca senza ombra di dubbio la risonanza magnetica del rachide lombosacrale, ma anche quelle dell'encefalo e del ginocchio non sono da meno. “In parole povere – dichiara il Dott. Faletti – se si ha il mal di schiena sarebbe consigliabile prima curarlo ed effettuare eventualmente un esame RM solo in caso di persistenza del dolore. Analogamente è opportuno non richiedere esami per cefalee che non presentino complicazioni o fattori di rischio o per dolori alle ginocchia non meglio identificati”. Chiudono la top five dei procedimenti superflui i raggi X al torace pre-operatorio e quelli al cranio in trauma lieve.

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