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Sepsi, l'allarme degli esperti: ogni anno 20 milioni di casi al mondo

Sepsi

La malattia può portare a shock, insufficienza d'organo multipla, e morte se non è curata in tempo.

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Uccide dieci volte più dell'infarto ma è una malattia quasi sconosciuta. Si pronuncia sepsi una delle malattie più comuni e più mortali. Ogni anno, nel mondo, registra oltre 20 milioni di casi e la percentuale di persone colpite aumenta a vista d'occhio. Già solo un singolo episodio di sepsi può costare all'assistenza sanitaria europea fino a 25.000 euro. E' quanto emerge dalla tavola rotonda dei maggiori esperti italiani riuniti presso la Sala del Carroccio del Comune di Roma. L'occasione per fare il punto su questa emergenza la offre il 13 settembre, data che l'Italia ha scelto per celebrare la Giornata Mondiale della Sepsi. Anche se in realtà non c'è nulla da festeggiare. Ma ricordare vale la pena visto che, nonostante i progressi della moderna medicina (vaccini, antibiotici e cure intensive), questa malattia rimane una delle principali cause di morte. La sepsi, infatti, è responsabile della maggior parte della mortalità associata con HIV/AIDS, malaria, polmonite e altre infezioni acquisite in comunità, in ambienti sanitari e da lesioni traumatiche. I tassi di ospedalizzazione per sepsi hanno ormai superato l'incidenza di infarto miocardico e provoca più decessi di quelli legati al cancro alla prostata, cancro al seno e l'HIV / AIDS messi insieme. E' quanto affermano i più grandi conoscitori della materia tra cui il presidente della SIAARTI (Società italiana anestesia, analgesia, rianimazione e Terapia intensiva) Massimo Antonelli; il Coordinatore del Gruppo di Studio infezioni e Sepsi della SIAARTI, Massimo Girardis; il presidente della SIMIT (Società italiana malattie infettive e tropicali), Orlando Armignacco; il presidente dell' AMCLI (Associazione microbiologi clinici italiani) Pierangelo Clerici; il Vice presidente della SIM (Società italiana di microbiologia), Anna Teresa Palamara e per l' Agenzia Sanitaria regionale Toscana, Andrea Vannucci. Ma cos'è la sepsi? “Non è un "avvelenamento del sangue" - spiega Massimo Girardis - ma si manifesta quando la risposta dell'organismo a un'infezione danneggia i suoi stessi tessuti e organi. Può portare a shock, insufficienza d'organo multipla, e morte, soprattutto se non diagnosticata precocemente e trattata tempestivamente.” E aggiunge: “è spesso diagnosticata troppo tardi, perché i sintomi e i segni clinici di laboratorio attualmente utilizzati per la diagnosi, come febbre, aumentata frequenza cardiaca o respiratoria, o conta dei leucociti, sono aspecifici”. Si tratta dunque di una vera emergenza. “Tempestivi interventi, tra cui antimicrobici, fluidi per via endovenosa e mirati trattamenti per ripristinare la circolazione possono dimezzare il rischio di morte”, sottolineano gli addetti ai lavori. “I pazienti poi con sepsi sospetta dovrebbero essere inviati immediatamente ad un impianto adeguato. Il trattamento precoce della sepsi è conveniente, riducendo giorni di ricovero ospedaliero e intensivo per i pazienti”. Per questo, Emilia Romagna, Lombardia e Toscana hanno messo già in atto programmi di educazione e implementazione delle linee guida per il trattamento della sepsi: l'Agenzia sanitaria regionale dell'Emilia-Romagna con “Lotta alla sepsi in Emilia-Romagna, la Regione Toscana con il progetto “Coris-TI” e la Regione Lombardia con programma di formazione “Lotta alla sepsi ospedaliera”, rivolto a 12 ospedali pilota.

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