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Acea Run Rome, partecipazione e innovazione: "Questa gara è un vanto italiano"

Maratona di Roma, l'intervista all'organizzatore Daniele Quinzi: vogliamo sfidare le gare più importanti del mondo

Gabriele Turchetti
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Daniele Quinzi, direttore marketing del Corriere dello Sport -Stadio membro e dell’organizzazione dell’Acea Run Rome The Marathon, ha raccontato a Il Tempo la soddisfazione per i risultati raggiunti, il duro lavoro di un anno intero e l’importante funzione della maratona anche dal punto di vista sociale.

Siamo giunti all’edizione numero 30 della Maratona di Roma. Cosa la rende così speciale?
«Si tratta dell’evento più grande di sempre da quando esiste la Repubblica Italiana per persone che fanno sport attivo, un elemento dal grande valore sociale in quanto i protagonisti sono i partecipanti, sia professionisti che amatori. Ci sono corridori che arrivano da 126 Nazioni, per un totale nell’intero weekend di circa 50.000 persone, di cui 20.000 stranieri. Questo dato rappresenta un notevole motivo d’orgoglio per il nostro Paese».

A cosa è dovuta la crescita degli ultimi anni?
«Quando abbiamo preso la gara nell’anno dopo il Covid, i partecipanti erano circa 7000, un numero esiguo considerando la grandezza di una città come Roma. Nonostante la complessità della sua realizzazione, siamo riusciti ad aumentare esponenzialmente i numeri e in quattro anni ci siamo avvicinati ai livelli di maratone con una storia più grande alle loro spalle. Una ricerca della Sapienza ha stimato un indotto di circa 75 milioni di euro».

 



Quali sono le novità introdotte quest’anno?
«Abbiamo raggiunto un livello di partecipazione straordinaria. La stracittadina (5 km), con circa 20.000 partecipanti, è prevista per il sabato. Fino alla passata edizione la maratona, la staffetta e la stracittadina si sono disputate sempre di domenica».

Cosa c’è alla base della realizzazione di un evento così grande e importante?
«Un gruppo di organizzatori (Infront Italy, Corriere dello Sport-Stadio, Italia Marathon Club e Atielle) ha deciso di sfidare idealmente le più grandi maratone del mondo, New York, Berlino, Tokyo, Londra, Chicago e Boston. Io le ho girate e corse tutte e non esiste al mondo un'organizzazione, un Expo e una gestione come l’abbiamo fatta noi. Lo sforzo e gli investimenti, anche dal punto di vista del marketing e della comunicazione social, sono raddoppiati. Il risultato è frutto di un lavoro che dura 365 giorni l’anno, in cui portiamo in giro il brand Roma, e la maratona, negli Expo di tutto il mondo e raccontiamo la storia italiana. Questo contribuisce ad avvicinare persone dall’intero pianeta».

Cosa volete trasmettere attraverso la maratona?
«La maratona consente ai corridori, professionisti e non, di essere i veri protagonisti, un aspetto diverso dagli altri eventi internazionali organizzati in Italia. E poi, solo una città come Roma suscita grandi emozioni offrendo la possibilità di correre in posti unici al mondo».

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