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Roma, la terra dei fuochi. La denuncia di Franco: "Scempio stranoto"

Maria Elena Marsico
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Scarti tossici nascosti sotto il terreno, diffuse patologie oncologiche oltre ai miasmi provenienti dagli impianti di trattamento dei rifiuti, uno dei quali dell’Ama. Una situazione che va avanti da almeno dieci anni, secondo quanto racconta il presidente del VI municipio, Nicola Franco. Succede in via Ollolai, a Rocca Cencia, in quella che è chiamata la terra dei fuochi di Roma Est. A nulla sono valse denunce e sequestri. «Lì non è stata fatta alcuna bonifica, è l’unico posto dove non è avvenuto», spiega Franco.

Cosa sta succedendo in via Ollolai, a Colle del Sole?

«In questa zona c’erano delle cave abbandonate. Questi terreni sono stati utilizzati per scaricare rifiuti tossici e nocivi, perfino ospedalieri. Alcuni sono privati, solo una piccola striscia è comunale. Sono stati fatti sequestri e denunce, ma mai si è proceduto a una bonifica. C’è una strada che viene chiamata "via delle vedove", perché molti uomini sono morti per tumore alla prostata».

Quando è stato fatto il primo sequestro?

«Nel 2014 ci sono stati i primi ritrovamenti e le persone continuano ad avvelenarsi»

Ora la situazione qual è?

«I terreni sono stati ricoperti e ci pascolano le pecore che producono latte per la filiera casearia. In più vi si produce verdura. I rifiuti inquinano anche l’ortofrutticolo. Nelle vicinzanze ci sono le falde acquifere di Pantano e Borghesiana che riforniscono il bacino idrico dei colli Albani».

Di quanti ettari stiamo parlando?

«La questione è che non conosciamo la vera entità. La discarica si sta allargando. Ma il vero problema non è ciò che vediamo in superfice, bensì i rifiuti interrati che sono stati coperti. La mia richiesta è di fare sondaggi in tutta la zona. In passato sequestravano e chiudevano un’area ma ad appena dieci metri di distanza ce ne era una più grande».

Quando è venuto a conoscenza di questa situazione?

«Questi ritrovamenti sono vecchi di dieci anni, io guido il Municipio da due e ne sono venuto a conoscenza soltanto due sere fa durante una riunione con i comitati di quartiere. Sono convinto che ancora adesso si sta continuando a inquinare perché sono zone incontrollate e non escludo che possa trattarsi di criminalità organizzata. In passato i problemi del territorio sono arrivati anche all’attenzione del parlamento, ma mai nessuno ha fatto nulla».

Cosa riferiscono i residenti?

«I comitati che vivono intorno agli impianti di trattamento rifiuti di Rocca Cencia sono costretti a subirne i miasmi. L’Arpa li ha monitorati e alcuni valori limite sono stati spesso superati, fino a 33 volte nel corso dell’anno. A questo si aggiunge l’inquinamento pericoloso intorno al terreno, parliamo di 50mila abitanti, tre o quattro quartieri che sono costretti a morire in silenzio tra polveri sottili e terreno inquinato».

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