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Roma, allarme Fascia Verde rientrato: la nuova Ztl slitta di un anno

Martina Zanchi
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Tanto rumore per nulla, o quasi. Un anno dopo l’approvazione in giunta della delibera sulla Ztl Fascia verde, inizialmente difesa dal Campidoglio e poi congelata di fronte alla reazione indignata dei cittadini, ieri il sindaco Roberto Gualtieri ha preso la parola in Assemblea capitolina illustrando le modifiche apportate al provvedimento dopo mesi e mesi di riflessione. Si parte da un punto decisivo, ovvero quello dei 51 varchi che dovrebbero monitorare il perimetro della Fascia verde e multare le auto non autorizzate. I dispositivi non saranno attivati se non «tra diversi mesi - ha detto Gualtieri - per il momento avranno solo una funzione di monitoraggio». Ancora per un po’ di tempo, quindi, di multe non se ne parlerà. E si arriva così al secondo annuncio: il divieto di accesso per i diesel Euro 4, che in base alla precedente versione della delibera doveva entrare in vigore a novembre, è rinviato a data da destinarsi.

 

 

Già, perché la giunta capitolina approverà un nuovo atto con validità annuale, dal 1° novembre 2023 al 1° novembre 2024, e per l’anno successivo saranno rivalutati gli indicatori ambientali prima di valutare ulteriori restrizioni. Gli inquinanti da tenere d’occhio sono le polveri sottili Pm10 e il biossido di azoto i cui valori, peraltro, secondo il report 2022 di Arpa Lazio sono in costante miglioramento. Gualtieri ha precisato anche di voler «evitare un approccio giacobino su riforme che poi non si fanno e alla fine sono solo teoriche». Tuttavia, al termine del discorso all’Aula, la delibera sulla Fascia verde è parsa più che altro svuotata. Nella nuova Ztl non potranno accedere infatti i veicoli che ne sono esclusi già dal 2019, ovvero quelli a benzina fino a Euro 2 e diesel fino a Euro 3. Divieti il cui controllo, senza varchi, era affidato a qualche vigile urbano particolamente zelante. E sarà così finché le telecamere non verranno accese. Prevista invece la deroga per i Gpl monofuel e bifuel mentre ci saranno 60 giornate annuali a ingresso libero anche per i mezzi vietati.

 

 

Per chi vorrà installarlo, infine, ci sarà il sistema a chilometraggio «Move-in». Il Comune però dovrà prima dotarsi ditecnologie in grado di verificare tutte queste deroghe, e ci vorrà tempo. Ieri sera intanto la Regione ha approvato le misure che il Comune si appresta a introdurre fino a novembre 2024. Bocciate invece le proposte presentate per il periodo successivo in quanto Arpa Lazio, valutandone l’impatto sull’ambiente, ha stimato uno sforamento di 36 tonnellate all’anno di biossido di azoto rispetto ai limiti imposti dal Piano regionale della qualità dell’aria approvato dalla giunta Zingaretti nel 2022. Un documento che l’amministrazione Rocca, peraltro, ha annunciato di voler modificare considerando i dati più recenti sull’inquinamento. Entro il 30 aprile, comunque, il Campidoglio dovrà presentare un nuovo programma d’interventi. Si stabilisce infine che il Comune debba intervenire sul trasporto pubblico, verificando «che sia in grado di assorbire la maggiore utenza» derivante dal provvedimento. «Dobbiamo dire - ha affermato ieri il governatore Francesco Rocca - che questa delibera ha questo impatto perchè il Tpl di Roma non ha mai avuto una visione concreta». Questo anche se «la decisione di oggi- ha precisato il presidente - apre un fronte sul finanziamento del trasporto pubblico locale nel Lazio, che è la madre di tutti i temi. Da oggi il re è nudo».  

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