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Roma, sottopassi regno del degrado. Dovrebbero essere uscite di sicurezza...

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Martina Zanchi
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All’ingresso di uno dei sottopassi di Corso d’Italia, a ridosso del Muro Torto, si affaccia uno studente- uno dei tanti che frequentano la zona - osserva indeciso per qualche secondo, poi fa dietrofront e decide di cambiare strada. E dando un’occhiata sul fondo della scalinata, all’altezza dell’ex cinema Europa tra piazza Fiume e Porta Pia, è comprensibile che non se la sia sentita di addentrarsi. Tra sporcizia, cibo avanzato e bisogni fisiologici lasciati in bella vista sui gradini, è chiaro che da tempo il tunnel ha perso la sua vocazione originaria di passaggio pedonale e uscita di sicurezza dal sottovia Ignazio Guidi, trasformandosi in un rifugio di sbandati. E quasi tutte le rampe che si trovano lungo corso d’Italia versano in queste condizioni, tanto che vien da chiedersi come potrebbero utilizzarle, in caso di emergenza, gli automobilisti costretti a percorrerle per mettersi in salvo.

 

 

Eppure a maggio (ma in generale diverse volte negli ultimi anni) alcuni di questi passaggi sono stati letteralmente bonificati da Ama, mentre la polizia locale ha identificato sei senzatetto che si trovavano all’interno al momento del blitz. Durante le operazioni è stato tirato fuori di tutto, dai materassi ai vecchi mobili, dalle taniche alle siringhe. Tanto che è stato necessario spargere enzimi disinfettanti per sanificare scale e corridoi. Cinque mesi dopo la situazione è tornata al punto di partenza e anche le lenzuola che alcuni «invisibili» appendevano per nascondere i propri giacigli sono di nuovo lì. Dal canto suo, Ama spiega che la pulizia di quelle strutture non rientra nelle proprie competenze specifiche ma che ogni qualvolta l’intervento è stato richiesto, dal Comune o dalla Prefettura, è stato svolto immediatamente.

 

 

Chi deve occuparsene, quindi, per evitare che si riempiano nuovamente di immondizia? La risposta a questo interrogativo sfugge ma oltre al tema dell’igiene, della sicurezza e dell’inutilizzabilità delle scalinate, percorrendo Corso d’Italia si nota che il problema da risolvere è anche e soprattutto sociale. In poche centinaia di metri, infatti, i senzatetto stranieri che si aggirano portando con sé ritagli di cartoni sono decine. Qualcuno è appollaiato in cima alle scale, quasi a presidiare il posto conquistato per la notte. Dieci anni fa, peraltro, in uno di questi cunicoli due senzatetto morirono dopo avere incendiato dei materassi. Avevano respirato il fumo perdendo i sensi, poi le fiamme hanno fatto il resto.

 

 

Di recente, tuttavia, sull’onda delle lamentele dei residenti che da sempre cercano di portare l’attenzione della politica sulla zona, l’area all’ombra del Muro Torto è tornata d’attualità. L’Assemblea capitolina ha infatti approvato una proposta di delibera - firmata dai consiglieri dem Mariano Angelucci, Giovanni Zannola, Antonio Stampete e Carla Fermariello- che nel proporre il complessivo restyling della zona prevede anche la chiusura dei sottopassi degradati oppure la loro messa in sicurezza, tramite videosorveglianza, illuminazione e pulizia periodica, qualora non fosse possibile «tombarli». Si tratta però di un progetto in fase embrionale mentre per almeno un tunnel - davanti al ministero delle Infrastrutture e all’incrocio con via Nomentana - grazie a un accordo tra il Mit, gli assessorati a Lavori pubblici e Mobilità di Roma Capitale e Ama, la chiusura dell’accesso dovrebbe essere in vista. Ma si tratta, purtroppo, di una goccia nel mare del degrado.

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