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La ripresa economica non arriva in periferia: 350 ristoranti verso la chiusura

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Damiana Verucci
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Sono 350 i ristoranti e bar romani a rischio chiusura entro l’anno, ma nei quartieri periferici. Il centro infatti si salva, almeno per il momento, quasi esclusivamente grazie alla ripresa del turismo. Se poi dovesse passare la stretta sulle Osp alla fine dell’anno, per via della nuova delibera comunale che vedrebbe tuttavia la riduzione di tavoli e pedane soprattutto in area Unesco, la riduzione dei fatturati per gli esercizi di somministrazione potrebbe superare il 20 per cento in un colpo solo. Sono i dati di Fiepet Confesercenti, che analizza l’andamento a due facce per il settore in questa estate che sta per volgere al termine. Se infatti la ripresa del comparto è stata innegabile nell’ultimo anno dopo il duro contraccolpo del Covid, ha caratterizzato in particolare il centro invaso nuovamente dai turisti e le aree delle località estive, che in molti casi hanno registrato il tutto esaurito. Diversamente marcia la periferia dove la crisi della ristorazione sarebbe dovuta in particolare al rialzo del mutui e all’inflazione che ha spinto le famiglie monoreddito ad abbassare le spese voluttuarie e quindi anche il mangiare fuori. «Evidenziamo una situazione molto difficile nei quartieri Prenestina, Tiburtina, Roma est in generale - fa sapere il Presidente di Fiepet per Roma e Lazio, Claudio Pica - quegli esercizi che nonostante tutte le difficoltà avevano retto dopo il Covid, ora scontano il rialzo dei tassi di interesse per mutui e prestiti e nel frattempo anche il calo dei consumi. Sono a rischio diverse centinaia di locali».

Occhi puntati sulla nuova delibera sulle occupazioni di suolo pubblico che, salvo ulteriori proroghe del Governo, prenderà il posto delle ormai note Osp emergenziali decisamente più allargate di quelle prima della pandemia. Ma almeno, la periferia dovrebbe essere risparmiata da un simile taglio e quindi andare a tamponare l’emorragia delle chiusure dovute alla crisi.

«Siamo favorevoli ad un certo ridimensionamento di chi ha esagerato, specie in centro, e si è allargato davvero troppo rispetto ai suoi spazi in origine - dice ancora Pica - ci saremmo tuttavia aspettati un diverso percorso partecipato da parte dell’assessorato, come previsto dalla legge con un testo delle Osp promesso da oltre tre mesi dall’assessorato». Fiepet è convinta dell’importanza degli spazi all’aperto per gli esercizi, che soprattutto dopo la pandemia caratterizzano un nuovo modo di vivere la somministrazione.Sul fronte prezzi, invece, che hanno tenuto banco in questa calda estate, non dovrebbero esserci nuovi aumenti di listino, anzi. Chi ha alzato i prezzi per via dei rincari subiti a sua volta ha apportato o sta apportando migliorie al proprio esercizio o in termini di menù, ampliando portate e lista dei vini. 

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