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Roma, Caronte ha provocato picco di morti e accessi in ospedale

Antonio Sbraga
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Caronte ha colpito duramente la Capitale. È proprio a Roma che la morsa dell’anticiclone è risultata la più lunga (ben 18 giorni), a elevata umidità e con effetti anche letali. Le temperature fino a oltre 40 gradi hanno fatto registrare in città i più alti incrementi di accessi nei Pronto soccorso degli over-65 e anche i picchi di mortalità in concomitanza dei giorni di ondata di calore, proprio come il vero «nocchiero dell’oltretomba». Questo il quadro che emerge dal Rapporto stilato dal Ministero della Salute sui primi 21 giorni del luglio più caldo di sempre. Roma e Rieti sono risultate le due città italiane che hanno subito la più lunga ondata di calore, una cappa ininterrotta per quasi 3 settimane, alimentata dall’anticiclone sub-tropicale di matrice africana proveniente dal Mediterraneo. «Le condizioni di rischio si sono protratte dall’8 luglio fino al 24-25 luglio, con una durata dell’ondata di 18 giorni a Roma e Rieti, e a 14-15 giorni nelle altre città», si legge nel rapporto. La capitale svetta anche per quanto riguarda i livelli d’umidità: «In alcune città del Nord (Brescia, Verona, Venezia, Trieste) e del centro-Sud (Civitavecchia, Roma, Messina, Palermo) le temperature eccezionali sono state associate ad una elevata umidità».

 

 

 

Ed è ancora la città eterna ad aver registrato uno dei più alti «incrementi nel numero di accessi giornalieri nella popolazione over 65 anni in concomitanza con i giorni dell’ondata di calore: a Bologna, Ancona e Roma». Dopo i 18 giorni di ininterrotto «livello di rischio 3», ieri il bollettino meteo ha segnato un «livello 1», in crescita per oggi al «livello 2», con una «temperatura massima percepita di 36 gradi». Nel rapporto è indicato anche il «Sistema di Sorveglianza della mortalità giornaliera», uno strumento che monitora gli impatti sulla salute associati agli eventi estremi, attivato in collaborazione con gli Uffici di Stato Civile di 51 città italiane. Solo in 13 di questi Comuni, Roma compresa, insieme ad altri 3 del Lazio, sono stati registrati aumenti del numero dei morti nei giorni più infuocati: «I grafici dell’andamento della temperatura e della mortalità giornaliera evidenziano tra le città del Nord solo a Bolzano e Verona picchi di mortalità in concomitanza dei giorni di ondata di calore - conclude il rapporto - Al Centro-Sud, invece, in molte città (Perugia, Rieti, Civitavecchia, Roma, Latina, Pescara, Campobasso, Napoli, Bari, Palermo e Catania) si osserva un incremento della mortalità associata ai giorni di ondata di calore, evidente soprattutto nella fascia di età 85+».

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