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Incidente Casal Palocco, disposto nuovo narcotest. E spunta una seconda auto

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Augusto Parboni
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C’è una domanda alla quale gli inquirenti voglio avere una risposta chiara: il conducente della Lamborghini che ha travolto la Smart, uccidendo il bimbo di 5 anni, aveva da poco assunto sostanze stupefacenti? Per avere una risposta, la procura ha infatti disposto un secondo esame tossicologico nei confronti dell’indagato per omicidio stradale e lesioni, Matteo Di Pietro. Per ora la certezza è che il conducente del suv è risultato positivo ai cannabinoidi, ma chi indaga vuole capire quando il ragazzo abbia assunto le sostanze stupefacenti: se cioè poco prima dell’impatto mortale o giorni precedenti.

 

Intanto, dai primi risultati dell’autopsia sul corpicino di Manuel Proietti, è emerso che il bambino sarebbe deceduto a meno di un’ora dall’incidente per le lesioni riportate nel violento impatto e il cuore del piccolo si sarebbe fermato prima che i soccorsi riuscissero a raggiungere l’ospedale di Tor Vergata. Velocità dei veicoli, dinamica del sinistro, ma anche verificare se il piccolo Manuel Proietti avesse la cintura di sicurezza. Sono decine i testimoni che gli investigatori stanno ascoltando per ricostruire ciò che è accaduto mercoledì scorso a Casal Palocco, nell’incidente costato la vita al bambino di 5 anni. È necessario ricostruire non soltanto le fasi dello scontro, ma anche quelle immediatamente precedenti e quelle immediatamente successive. Oltre a stabilire la velocità sostenuta delle auto, su cui si esprimerà una perizia, gli investigatori dovranno accertare anche se il piccolo, seduto sul lato passeggeri del sedile posteriore, fosse assicurato alla cintura.

La mamma del piccolo Manuel, che ha un appoggio psicologico e che era al volante della Smart Fourfour, non è stata ancora sentita dagli inquirenti e non è stato ancora stabilito il giorno in cui verrà ascoltata per fornire la sua versione dei fatti. «Non mi ricordo nulla di quel momento», avrebbe comunque detto la donna ai parenti.

 

Nell’indagine ci sono poi altri punti ancora da chiarire. Tra questi, la presenza di una seconda auto, presumibilmente una Mercedes, con amici dei «TheBorderline», che seguiva la Lamborghini per filmare la challange delle 50 ore in auto. E i 5 cellulari che sono stati sequestrati: 4 sarebbero degli occupanti del suv, il quinto invece potrebbe essere della persona che registrava dalla presunta seconda auto. Ma non è escluso che il quinto telefonino possa essere stato invece sequestrato nella sede della società, dove potrebbero essere stati inviati i video da caricare sui social dei «TheBorderline». Infine, gli investigatori, per ricostruire la dinamica, stanno valutando anche la possibilità che la Smart sia stata travolta mentre svoltava a sinistra. «Siamo profondamente addolorati per la tragedia, abbiamo rimosso gli annunci dal canale "TheBorderline" in conformità con le nostre norme sulla responsabilità dei creator a seguito di comportamenti dannosi per la community di YouTube. Non guadagnerà più dalla pubblicità», ha detto un portavoce YouTube.

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