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Stazione Termini come un camping. Ombrellone o tenda? Viaggio nel degrado

Sigismondo Valente
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«Pedoni sul lato opposto», recita un cartello messo in bella mostra da un senzatetto che ormai da qualche mese ha stabilito la sua dimora in una baracca su via di Porta San Lorenzo, alle spalle della stazione Termini. C’è anche una "zona giorna", con un piccolo tavolino e un fornellino a gas per preparare il caffè e scaldare le vivande. Ma i pedoni costretti a passare sul marciapiede opposto devono vedersela con un altro clochard, dirimpettaio del primo, che lì, insieme a un nutrito esercito di disperati, si è stabilito da un paio di mesi dopo lo sgombero della tendopoli di viale Pretoriano, a poche decine di metri.

Benvenuti al "Gran camping Termini". Eccolo qui. Ve lo mostriamo in una serie di fotografie scattate ieri mattina. I senzatetto si sono tutti trasferiti in massa all’incrocio tra piazza e via di Porta San Lorenzo, a poca distanza dalla mensa della Caritas. La struttura è un punto di riferimento per le centinaia di extracomunitari e clochard che frequentano l’area della stazione Termini e di conseguenza, per loro, non avrebbe senso allontanarsi dallo scalo. Ma la nuova di Porta San Lorenzo, con latrine improvvisate all’ombra delle Mura Aureliane, non passa certo inosservata. Un senzatetto ha addirittura montato un tendone, trovato chissà dove, per ombreggiare la sua Quechua. Manca poco che allestisca un bar, con tanto di dehor, dedicato agli altri ospiti del camping che devono invece accontentarsi di vecchie coperte stese sulle tende per evitare che si surriscaldino e diventino invivibili.

Chi la tenda non ce l’ha, la coperta deve stenderla direttamente sul marciapiedi e qui sistemarsi per passare la notte. E chi non ha neanche una coperta, dorme direttamente sull’erba delle aiuole, come mostrano alcuni scatti in piazza dei Cinquecento: poveri Cristi ai piedi della statua di San Giovanni Paolo II. Se la pietà cristiana è assicurata dal superlavoro di associazioni come Caritas e Centro Astalli, dai tanti volontari che di notte si prendono cura di senzatetto ed extracomunitari, c’è una questione decoro aperta che sembra non trovare soluzione. Perché questo è ciò che vede chi arriva nella Capitale in treno, prima ancora di ritrovarsi scaraventato nel "suk" del centro storico, tra venditori ambulanti abusivi stranieri, gruppi di ladruncole di origini nomadi, cestini dell’immondizia traboccanti, sacchi di spazzatura non raccolta agli angoli delle strade, sampietrini saltati, buche e tombini perimetrati da metri e metri di reti di plastica arancione da cantiere. La strada verso il Giubileo del 2025, insomma, è lunga. Roma ha ancora tanto da fare per mostrarsi in tutta la sua magnificenza. Solo in una cosa, negli ultimi anni, è riuscita ad avvantaggiarsi: l’accoglienza. Il "Gran Camping Termini", lo dimostra.

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