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Falsi allarmi bomba, evacuati 2.000 studenti. Mail di minacce a 4 scuole internazionali

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Augusto Parboni
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Una mail di minacce inviata a quattro istituti romani ha costretto i dirigenti scolastici a evacuare oltre 2000 alunni. Nel documento veniva richiesta una somma di 100mila dollari in bitcoin e in caso di rifiuto sarebbero state fatte esplodere bombe telecomandate nelle scuole. Immediatamente è partito l’allarme alle forze dell’ordine, che hanno inviato, tra l’altro, gli artificieri e i genitori, alle 8,30, sono accorsi nel panico a riprendere i figli. Al termine delle verifiche, gli investigatori hanno accertato che invece si trattava di un falso allarme bomba.

La minaccia via mail è arrivata al Marymount, alla scuola The New School Rome in via della Camilluccia, alla St. Georgès British International School a La Storta e al St. Stephen’s School all’Aventino. L’istituto Marymount International School of Rome, ad esempio, ha subito attivato «il protocollo di evacuzione», dopo aver denunciato l’episodio alla Polizia Postale. Solo qui la dirigenza scolastica ha evacuato 900 studenti. Sul posto, in via di Villa Lauchli, a due passi da Vigna Clara, sulla Cassia, sono intervenute le forze dell’ordine e la polizia locale. In tutto sono stati quasi 2000 i ragazzi evacuati dalle scuole.

Le famiglie degli alunni sono state avvertite prima con un sms e poi tramite una mail. Secondo quanto accertato dagli investigatori della Polizia Postale, la mail inviata agli istituti scolastici romani sarebbe partita da un indirizzo svizzero. E le scuole della Capitale «colpite» telematicamente sarebbero soltanto l’ultimo obiettivo degli hacker. Nei giorni scorsi, infatti, la stessa mail di richiesta di denaro in bitcoin, dietro la minaccia di far esplodere bombe in istituti scolastici, sarebbe stata inviata, dallo stesso indirizzo svizzero, in diversi Paesi europei. Non solo. La settimana scorsa, infatti, sarebbe stata presa di mira anche una scuola di Firenze.

Per poter tentare di individuare i responsabili dell’invio della lettera di minacce, sarebbe necessaria da parte degli inquirenti di una richiesta di rogatoria internazionale in Svizzera. Inizialmente, tra gli studenti dei 4 istituti internazionali, si era sparsa la voce che si poteva trattare di qualche alunno che stava seminando il panico. Poi le indagini della Postale e della Digos hanno verificato che l’invio delle mail provenivano invece da un indirizzo svizzero.

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