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Roma, zona franca a Termini: fuga dei turisti, alberghi in crisi

Susanna Novelli
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Tredici arresti e un fermo. È il bilancio dei controlli interforze effettuati da polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale all’Esquilino, nell’area della Stazione Termini. Uno sforzo continuo che tuttavia non riesce ad arginare il degrado inesorabile di una zona che sembra tornata indietro di decenni. Lo sanno bene i residenti e i commercianti che vivono ormai nell’insicurezza quotidiana e con la paura anche solo di fare un rimprovero, magari al senza tetto di turno che, anche in pieno giorno, fa i bisogni in mezzo alla strada indifferente agli sguardi dei passanti e anzi magari pure pronto ad aggredire verbalmente o fisicamente il malcapitato. In questo contesto il Comitato degli albergatori romani con Roberto Di Rienzo, che fa parte anche del Comitato Rinascita Esquilino, chiede a gran voce di riconoscere questo importante quartiere della Capitale area "Zes", ovvero zona economicamente svantaggiata. «Molti albergatori hanno avuto cali importanti di fatturato, se la situazione continua così siamo tutti a rischio chiusura perché, per far fronte alla diminuzione di clientela, dobbiamo abbassare le tariffe - spiega Di Rienzo -. Spesso chi pernotta da noi poi pubblica recensioni nelle quali parla bene degli alberghi, ma aggiunge che la zona è terrificante. Ovviamente altri turisti non sono invogliati a prenotare. Allora continuiamo ad abbassare i prezzi ma sta per arrivare il punto in cui ci rimettiamo solamente. Siamo così arrivati al punto che, come associazione, vogliamo richiedere di essere riconosciuti come zona economiche svantaggiata alla quale per legge si concedono delle agevolazioni fiscali a causa di problematiche intrinseche al territorio - continua -. Sappiamo che le Zes sono riconosciute solitamente in altre aree che scontano problemi anche di criminalità organizzata e di altra natura. Ma noi siamo allo stesso livello di emergenza».

 

 

Un’emergenza più volte denunciata. «Avevamo fatto dei nuovi esposti a dicembre, prima dell’accoltellamento della turista israeliana, nei quali segnalavamo proprio una situazione fuori controllo». Borseggiatori, spacciatori, prostituzione. Negli angoli e nelle strade intorno a Termini non c’è scampo. Via Marsala, via Giolitti, via Gioberti, via Principe Amedeo e a raggiera anche le aree a confine con altri quartieri, come Monti e San Lorenzo. Un degrado urbano e umano che si estende sempre di più. «La situazione a Termini - spiega ancora il componente del Comitato albergatori romani è stata sottovalutata dalle autorità. Già nel 2021 avevamo presentato esposti e denunce; abbiamo incontrato l’allora prefetto Piantedosi e dal 2019 sono stati avviati i cosiddetti "controllo ad alto impatto" che all’inizio sembravano efficaci ma che a lungo termine hanno riscontrato una concreta efficacia solo durante lo svolgimento, dopo la situazione torna quella di prima, anzi pure peggio».

 

 

L’ultimo Comitato dell’ordine e la sicurezza della settimana scorsa ha promesso un rafforzamento dei controlli anche di notte e il potenziamento delle telecamere. Strumenti utili all’individuazione di eventuali responsabili di reati, come accaduto per gli accoltellamenti del 31 dicembre della turista israeliana e del 5 febbraio di un 46enne milanese. Gli effetti sulla prevenzione tuttavia stentano a manifestarsi. Si è parlato di "alleggerimento" della pressione sociale di zona, dove a causa di ben tre mense insistono centinaia di senza tetto. Creare alternative per loro in altri quartieri potrebbe essere un primo, concreto passo verso una normalizzazione del quartiere che non può più attendere.

 

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