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Regionali Lazio, attivista delle occupazioni tra i candidati per D'Amato

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Ma quant’è irrefrenabile, per il centrosinistra, quell’attrazione verso il mondo delle occupazioni? Tanto, a giudicare certe scelte politiche. Anche in vista delle elezioni regionali. La lista Verdi e sinistra che sostiene Alessio D’Amato, infatti, vede tra i suoi candidati Maurita Virtù, attivista di Spin Time Labs.

Un comunicato stampa, molto articolato nel linguaggio, che annuncia una conferenza stampa di presentazione, mette nero su bianco l’endorsement. «Gli attivisti di Spin Time Labs – si legge - sosterranno la lista Verdi e sinistra nell’alleanza di centrosinistra per D’Amato presidente alle regionali del Lazio per portare nella coalizione un modello di accoglienza possibile, un punto di vista sulle politiche dell’abitare che affronti il tema del patrimonio in termini comunitari con un’idea pubblica e non statuale». E ancora «esistono nella Capitale e non solo esperienze mature in grado di proporsi non più come sperimentazioni, ma come modelli di politiche sociali». Dunque, a cosa si riferiscono questa «idea pubblica non statuale», questo «modello di accoglienza possibile», queste «esperienze mature»?.

A quel palazzo ex Inpdap in zona Santa Croce in Gerusalemme, occupato abusivamente da circa dieci anni e che costituisce una vera e propria sacca di illegalità nel centro di Roma. Un edificio ben noto alle cronache. Lì, per esempio, l’elemosiniere vaticano, qualche anno fa, ri-attivò la centralina dell’energia elettrica che era stata staccata dal gestore dopo l’accumulo dei ritardi nei pagamenti delle bollette. Quell’edificio dove le attività ricreative irregolari hanno spesso suscitato le proteste del vicinato. Un teatro di feste abusive, senza nessuna osservanza delle normative per la sicurezza. Come quella, per esempio, del Capodanno 2019, che culminò, leggiamo dalle cronache di "Leggo" di allora, in «risse, malori, proteste, minacce di denunce per truffa, residenti esasperati dal caso, con richieste di aiuto al 112 e al 118».

E ancora «venti euro di ingresso per chi arrivava prima di mezzanotte e voleva prender parte al cenone; dieci euro per tutti quelli che, invece, volevano solo ballare in una delle piste». Tutto rigorosamente irregolare. Si tratta di un luogo, però, assai caro alla sinistra "istituzionale". Infatti, per esempio, in vista delle elezioni comunali i sette candidati alle primarie per il Campidoglio (compreso Roberto Gualtieri, che di lì a qualche settimana sarebbe diventato sindaco) decisero di svolgere il loro primo confronto proprio allo Spin Time Labs. E, peraltro, non è un mistero che da parte dell’amministrazione capitolina ci sia in animo di acquistare l’immobile, definito qualche tempo fa da un suo esponente come «un modello virtuoso sulle politiche dell’abitare e dell’accoglienza. Un modello da esportare nei territori». Per fortuna.

Resta da capire, allora, in questo abbraccio indissolubile con certi ambienti quel che ne pensano gli esponenti del Terzo Polo, di ostentata fede liberaldemocratica, che sostengono anche loro la corsa di D’Amato. Ai tempi, Carlo Calenda (candidato sindaco anche lui, senza alleanza) definì «indegno» il confronto tra i sette candidati alle primarie nella sede Spintime, salvo poi ammorbidire la posizione. Chissà ora, che si trova, di fatto, in alleanza con un’esponente di quel mondo.

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