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Roma, sgombero al Tiburtino III: liberati i locali dell'ex centro di accoglienza

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Massimiliano Gobbi
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Operazione di sgombero nei locali dell'ex centro di accoglienza della Croce Rossa occupati in via del Frantoio, nel quadrante del Tiburtino III. È il risultato della maxi-operazione degli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale, insieme ai gruppi speciali, unitamente alla Polizia di Stato, sotto il coordinamento della Prefettura alla periferia est della Capitale. Si tratta di edifici che negli anni erano sede della municipale, poi diventati centro di accoglienza per migranti. Dopo l’abbandono degli stabili, sono stati occupati tra le contestazioni dei residenti alle prese ogni giorno con accoltellamenti, scippi, spaccio di droga e degrado.

 

 

“Deve essere ripristinata la legalità e gli edifici riqualificati devono essere messi a disposizione dei cittadini. C’è allarme sicurezza negli stabili del Comune di Roma abusivamente occupati da extracomunitari in via del Frantoio. Chiediamo al Sindaco Gualtieri e al Ministro Lamorgese l’immediato sgombero della struttura da parte delle autorità competenti”. Era l’appello che il gruppo politico Fratelli d’Italia del Tiburtino aveva lanciato alle istituzioni alcune settimane fa.

 

 

Un appello accolto che avviene dopo diversi interventi di sgombero, mai del tutto risolutori, e che ora potrebbero essere definitivi. Stando alle prime informazioni disponibili, i caschi bianchi, nella mattinata hanno potuto accertare le pessime condizioni igienico-sanitarie dello stabile procedendo all'identificazione degli occupanti. Il bilancio, per ora, parla anche di un arresto ma chiaramente si attendono ulteriori dettagli.

 

 

"La speranza - commenta Fabrizio Ghera capogruppo Fdi alla regione Fratelli, insieme a Gianni Ottaviano e Roberto Santoro - che il ripristino della messa in sicurezza dei locali avvenga nel più breve tempo possibile, al fine di un corretto riutilizzo per fini sociali. La proposta è quella di far utilizzare i locali al Liceo Artistico Enzo Rossi, per trasformare gli ambienti ora degradati in laboratori d’arte e luoghi espositivi, dove allestire le mostre dei tanti lavori realizzati dagli studenti”.

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