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Bonus Lazio, niente rimborsi a ristoranti, hotel e banchi. Il bluff della restituzione

Damiana Verucci
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Hanno acquistato prodotti rigorosamente «made in Lazio» per riproporli ai loro clienti anticipando le spese, certi che, nel giro di un paio di mesi al massimo, la Regione Lazio avrebbe restituito loro il 50% di quanto sostenuto. Peccato che l'ultimo bando «Bonus Lazio Km0», che prevedeva appunto un contributo a fondo perduto da mille a diecimila euro è di febbraio, mentre ad oggi i ristoratori non hanno ancora ricevuto un euro di rimborso. La denuncia viene dal MIO Italia (Movimento Imprese Ospitalità) il cui responsabile per Roma, Matteo Cervini, non usa mezzi termini: «Dopo due anni di stenti i ristoratori (quelli sopravvissuti che se lo sono potuto permettere) hanno sostenuto un ulteriore sforzo privandosi di preziosa liquidità e anticipando fino a 20 mila euro di prodotti. Il bando è scritto chiaro, ma siamo a settembre e degli aiuti non si vede l'ombra».

 

 

A proposito del bando si legge, infatti, che «l'istruttoria delle domande correttamente presentate dovrà concludersi entro il termine di 40 giorni decorrenti dalla data di presentazione della domanda», quindi era ipotizzabile che nell'arco di un paio di mesi gli imprenditori avrebbero ricevuto il rimborso. Nulla di tutto ciò. Troppe domande tutte insieme? La solita burocrazia che rallenta gli uffici? Dalla Regione fanno sapere che l'erogazione dei contributi è in capo a LazioCrea e che ci sono stati effettivamente dei problemi che si sta cercando di risolvere. Mentre l'assessore regionale alle Attività produttive, Paolo Orneli, si dichiara entusiasta per il successo enorme del bando. Stando ai numeri non ci sono dubbi: sono state presentate 2.450 domande, di cui oltre 1.300 da attività di ristorazione, 390 da minimercati e supermercati, 300 da bar e pubblici esercizi, 260 dal commercio al dettaglio e 110 da alberghi e strutture ricettive. Ma non solo. Ci sarebbero ancora delle risorse disponibili e quindi l'assessore, sul suo profilo Facebook, invita altri imprenditori ad aderire in fretta.

 

 

«Io l'ho fatto subito - dichiara Alessandro Marano, ristoratore in zona Laurentina - ho presentato la domanda a febbraio, che mi è stata accettata dopo tutte le verifiche del caso. Ho anticipato circa 30 mila euro di prodotti certo di vedermi riconoscere almeno 10 mila euro dalla Regione, ma ad oggi non ho visto ancora un centesimo. Nessuno è stato in grado di darmi spiegazioni e il numero messo a disposizione dalla Regione non funziona, quindi sto aspettando ma mi sento molto amareggiato per questo ritardo visto che già veniamo fuori da una situazione a dir poco difficile». Incalza Matteo Cervini che ha un cocktail bar in Piazza Annibaliano. «Ho presentato la domanda lo scorso 11 marzo, in teoria dal 20 aprile in poi avrebbero dovuto concludere l'istruttoria e di lì a breve pagare. A fine aprile? A fine maggio? A giugno? Niente, siamo a settembre e ancora non ho ricevuto alcun rimborso». Eppure nel bando è proprio specificato che «al fine di procedere con estrema celerità nell'assegnare ed erogare le risorse sul territorio, la Regione utilizzerà le modalità semplificare di cui all'art 264 del DL n.34/20 che determina una liberalizzazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi in relazione all'emergenza Covid19». «Invece siamo evidentemente incappati nel solito ufficio complicazioni affari semplici - chiosa Cervini -. Zingaretti si assuma la responsabilità di sbloccare i fondi promessi. Siamo lavoratori con famiglie, non meritiamo di essere presi in giro».

 

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