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In Ama troppe promozioni, mancano operatori ecologici ed autisti. Per i rifiuti si va dai privati con spese milionarie

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Pier Paolo Filippi
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Montagne di rifiuti che potrebbero essere differenziati e invece restano fuori dai cassonetti, decine di migliaia di utenze lasciate scoperte e una cronica carenza di forza lavoro, aggravata da pensionamenti e promozioni, che costringe l'azienda ad affidare i servizi di raccolta ai privati. A scattare la fotografia impietosa dello stato del servizio di raccolta differenziata porta a porta, in particolare presso gli esercizi commerciali (le cosiddette Und, utenze non domestiche) è Angelo Piazza, amministratore unico dell'Ama che lo scorso 25 febbraio, con la determinazione 57/2022 ha prorogato per altri 5 mesi l'affidamento alle imprese private del servizio di raccolta porta a porta dei rifiuti prodotti dalle utenze non domestiche appartenenti alla categoria «ristorazione» in tutti i 15 Municipi della capitale per una spesa di quasi 12 milioni di euro. Tutto in attesa di un nuovo bando di gara complessivo per il porta a porta che la municipalizzata per l'ambiente si è impegnata a pubblicare entro il 31 marzo. Un documento, quello firmato da Piazza, che ripercorre la storia di un servizio, quella della raccolta differenziata presso gli esercizi commerciali, che dal 2018 si è ridotto di oltre due terzi.

 

 

«L'attuale vertice aziendale - scrive Piazza - ha riscontrato una riduzione del servizio di raccolta porta a porta delle utenze non domestiche pari a circa 17.000, tra utenze della categoria ristorazione e altre, rispetto alle circa 54.000 utenze servite con il Bando 2018». Il risultato è quello ormai da 5 anni che si vede ogni giorno nelle strade e sui marciapiedi. Privati del servizio porta a porta, i commercianti devono infatti in qualche modo smaltire i loro rifiuti e per farlo si servono dei cassonetti. Così, sottolinea Piazza, la riduzione delle utenze servite, «ha contribuito fortemente alla presenza di rifiuti in prossimità dei cassonetti, determinando l'insufficienza del dimensionamento dei contenitori presenti sul territorio per la corretta ricezione dei rifiuti prodotti sia dalle utenze domestiche sia da quelle non domestiche».

 

 

Considerato il disastro, e considerata la montagna di soldi versata ai privati in questi anni, l'Ama aveva pensato di reinternalizzare il servizio di raccolta per le Und salvo scoprire di non avere sufficiente forza lavoro per farlo. E non solo perché nuove assunzioni non sono mai arrivate, ma anche perché, sottolinea Piazza, «il deficit di operatori ecologici addetti alla raccolta e di autisti mezzi pesanti si è ulteriormente aggravato in quanto dal territorio sono state tolte risorse, quali operatori di zona e autisti, che sono stati promossi tramite selezione interna a capi operativi autorimessa (Coa) e a tecnico operativo territoriale (Tot)».

 

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