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Il sabotaggio della Metro B1? È stato dei grillini... Trasporti a pezzi

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Pier Paolo Filippi
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Non è stato il presunto sabotaggio del tornio che viene utilizzato per riprofilare le ruote dei treni a mandare in tilt due giorni fa la Metro B1. Quanto accaduto martedì scorso, con la linea ferma dalle 7 del mattino fino a sera, è stato provocato da guasti registrati su due convogli che, vista la carenza di treni che per la gran parte sono in revisione, hanno costretto Atac a «sacrificare» la B1 per salvare almeno la linea madre, la B. A confermarlo sono fonti interne all’azienda, correggendo in parte quanto dichiarato dall’assessore ai Trasporti Eugenio Patanè che di fronte alla debacle del trasporto capitolino ha rispolverato un evergreen, ovvero l’intervento di ipotetici sabotatori che non si capisce per quale motivo si divertirebbero a aggiungere ulteriori problemi a quelli che già quotidianamente Atac deve affrontare. Roba peraltro già vista in Campidoglio, negli anni dell'amministrazione M5s se ne faceva largo uso, e che raggiunse vette che parevano insuperabili con il famoso «complotto» dei frigoriferi abbandonati denunciato dall’ex sindaca Raggi.

 

Ben inteso, il tornio ha sì subito un danno, probabilmente a causa di una martellata, ma non c’è al momento nessuna evidenza che si sia trattato di un atto volontario, tanto che l’azienda di trasporto ha deciso di sporgere denuncia proprio per fare chiarezza. D’altra parte, ieri, lo stesso Patanè di fronte al clamore suscitato dalla sua denuncia ha parzialmente tirato il freno: «Il problema principale non è il sabotaggio, se non hai fatto niente negli anni precedenti è chiaro che arrivano le scadenze delle revisioni e i tecnici dell'autorità nazionale del ministero fermano i treni. Ci hanno lasciato in una situazione da Terzo Mondo», ha detto infatti rovesciando tutto in capo alla passata amministrazione. «Invece di gridare al "gombloddo" - ha replicato per l’M5s il consigliere Paolo Ferrara - Patané pensi a un programma sostenibile di manutenzioni e attivi delle revisioni veloci». 

 

Un po’ come il bue che dice cornuto all’asino insomma, perché le responsabilità della vecchia giunta sono evidenti. A oggi infatti sulla Metro B dovrebbero viaggiare 37 treni, ma tra manutenzioni, revisioni e riparazioni ne sono in servizio soltanto 13. Manutenzioni e revisioni mancate che andavano fatte negli anni precedenti. «Noi – ha rivendicato Patanè - Già abbiamo salvato i treni della Metro A, avrebbero dovuto andare fuori linea 20 convogli già a gennaio. E adesso stiamo discutendo con il ministero per quelli della Metro C che pure vanno revisionati».

 

Ieri la metro B1 è tornata in servizio, ma sulla linea, così come sulla B, si sono registrati fortissimi ritardi e pesanti disagi per le migliaia di pendolari che hanno affollato le banchine. Non proprio il miglior benvenuto per Alberto Zorzan, manager proveniente dalla Atm di Milano, che ieri è stato nominato direttore generale di Atac. «Una grande professionalità al servizio dei romani che meritano trasporti più efficienti e all'altezza di una grande Capitale europea», ha commentato il sindaco Gualtieri. Con le metro devastaste, i bus che bruciano e il servizio tram dimezzato, quella di Zorzan già si annuncia una missione impossibile. 

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