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"Non libero lo Stato italiano" Over 50 aggiunge postilla e non la vaccinano. Scoppia la grana consenso informato

Il Codacons: medici rifiutano vaccinazione a over 50 che modifica il consenso informato

Grazia Maria Coletti
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"Non libero lo Stato italiano". Over 50 aggiunge una postilla a penna e non la vaccinano. Scoppia la grana consenso informato in un hub vaccinale di Roma. Eclatante quanto accaduto in un centro vaccinale della Capitale, dove una donna over50, a seguito dell’obbligo vaccinale introdotto dal Governo, si era recata per sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid, venendo rispedita a casa dal personale medico, che si è rifiutato di somministrare la dose di vaccino.

Il caso viene reso noto oggi dal Codacons, a cui la donna si è rivolta per ottenere assistenza legale. Ecco cosa è successo. Mercoledì 12 gennaio la signora si reca presso il Centro Vaccinale Cesa in Via Alvaro del Portillo per sottoporsi al vaccino anti-Covid Moderna – riscostruisce il Codacons – Al momento di firmare il consenso informato che, come noto, tutti i vaccinati devono sottoscrivere, la donna tira fuori una penna dalla borsa e, alla pagina dove si specifica che il cittadino ha “compreso i benefici e i rischi della vaccinazione”, aggiunge una frase scrivendo testualmente “non liberando lo Stato italiano, che mi obbliga a questa vaccinazione, da ogni eventuale avversità, malattia derivante, o qualsiasi effetto indesiderato ne derivasse”.

Il personale sanitario del centro vaccinale si accorge della postilla scritta a penna dalla donna, e ne nasce una accesa discussione con l’intervento del direttore della struttura che porta i medici presenti ad aggiungere a loro una volta una contro-postilla al modulo sul consenso informato, scrivendo “Si prende visione della postilla inserita dalla paziente sul primo foglio e non si acconsente alla vaccinazione sulla base di quanto riportato e scritto dalla paziente. Si comunica alla paziente che si potrà procedere alla vaccinazione solo previa firma del consenso informato”.

La signora si vede così costretta a riportare per iscritto sullo stesso modulo “Desidero vaccinarmi qui ed ora, ma non mi viene effettuata la vaccinazione perché ho inserito la postilla che non esonera lo Stato Italiano”.

Una vicenda che potrebbe ora finire in tribunale. La signora si è infatti rivolta al Codacons segnalando il caso e chiedendo di essere tutelata legalmente, e l’associazione sta studiando la fattibilità di una azione legale contro lo Stato e il centro vaccinale che ha rifiutato la vaccinazione, circostanza che potrebbe realizzare in capo ai medici coinvolti il reato di abuso d’ufficio.

“L’episodio dimostra come sia urgente e necessario modificare il consenso informato che i cittadini devono firmare quando si sottopongono alla vaccinazione anti-Covid – afferma il presidente Carlo Rienzi – In presenza di un obbligo vaccinale, lo Stato è tenuto per legge e risarcire qualsiasi danno sanitario legato alla vaccinazione, ma di tale responsabilità stabilita dal nostro ordinamento non si fa alcuna menzione nel modulo di consenso informato, che al contrario così come formulato oggi addossa ai cittadini qualsiasi rischio legato alla somministrazione del vaccino” – conclude Rienzi.

Sulla grana consenso informato profetico il virologo Andrea Crisanti. "Io penso che con l’istituzione del super Green passi" come condizione necessaria per il lavoro, "siamo di fronte a un obbligo vaccinale di fatto". E per questo "il super Green pass dovrebbe essere accompagnato da una revisione del consenso informato e da una manleva generalizzata contro ogni effetto indesiderato del vaccino". Era stata questa la riflessione del direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, alla vigilia delle misure che dovevano essere discusse in Cdm e che poi hanno portato all'obbligo vaccinale per gli ove 50.

Chiede invece il "dissenso informato", e "cartelli da affiggere nei punti vaccinali che comunichino che le persone hanno la possibilità di ricevere un indennizzo" oppure "il ministero della Salute potrebbe pensare a darne pubblicità in qualche forma". Lo sostiene l’avvocato Maurizio Hazan, coautore del volume da poco in libreria "Responsabilità rischio e danno in sanità" tra i massimi esperti in materia, che spiega perché la tesi sostenuta, tra gli altri, dal medico Andrea Crisanti, non lo convince. 

"Qui non stiamo parlando di un obbligo assoluto, nessuno ti viene a casa a prendere con la forza, come accade in un trattamento sanitario obbligatorio - è il suo ragionamento-. Il fatto che tu venga sanzionato se non ti vaccini significa che sei libero di decidere di non farlo. E, se conservi il diritto di non farlo, vuol dire che devi essere informato per esercitare questa facoltà di scelta che resta intatta rispetto a come lo era prima dell’obbligo". Come?

Hazan sostiene che si debba parlare in proposito di un "dissenso informato" nel senso che "posso scegliere di espormi a una sanzione invece di fare una cosa che non voglio. La sanzione è finalizzata a una libera scelta". E aggiunge che "anche se molti non lo sanno, e lo stesso Crisanti non lo dice, nel nostro ordinamento esistono delle leggi che prevedono degli indennizzi specifici per i danni avversi da vaccino qualora si dimostri, anche se non è facile, il nesso causa - effetto. E c’è anche la possibilità, oltre che di chiedere un indennizzo, di rivolgersi a un giudice per domandare il risarcimento dei danni, sebbene il margine di soccombenza sia elevata".

Un tema nuovo che, secondo il legale, propone la pandemia è dunque proprio quello di informare le persone che hanno questa possibilità di ricevere un indennizzo. E si spinge a dire: "Si potrebbe pensare ad affiggere dei cartelli nei punti vaccinali che comunichino questo aspetto oppure il ministero della Salute potrebbe pensare a darne pubblicità in qualche forma".

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