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Il Policlinico Umberto I spegne la radioterapia. Macchinari troppo vecchi, malati di tumore spediti in trasferta

Antonio Sbraga
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Alla fine è arrivato lo stop, dopo i continui “rallentamenti”, per i 2 acceleratori lineari dell’Umberto I, talmente obsoleti e “tecnologicamente superati” da far spegnere la Radioterapia del policlinico. Con i malcapitati pazienti costretti a continuare il servizio di trattamento dei tumori con radioterapia a fasci a Tor Vergata. La più grande azienda ospedaliera romana ha dovuto chiedere “asilo” pur di riuscire a far fronte alla “necessità di assicurare la continuità assistenziale ai pazienti in cura”. E così ora il policlinico Tor Vergata metterà “a disposizione dell’Umberto I, in regime di convenzione, la dotazione tecnologica e strumentale del Ptv, con particolare riguardo ad un acceleratore lineare di ultima generazione, per 5 turni settimanali di 6 ore, dalle ore 14 alle 20”, gestiti dal personale dell’Umberto I. Alle prese, da settembre scorso, con i problemi tecnici della Radioterapia, che si occupa del “trattamento di tumori e patologie non neoplastiche a carattere malformativo e cronico degenerativo mediante l’impiego di sorgenti di radiazioni ionizzanti”. Perché, come ha ammesso la stessa azienda ospedaliera, “l’usura, determinata dagli elevati carichi di lavoro a cui le stesse apparecchiature sono quotidianamente sottoposte da molti anni, ha determinato, altresì, un tendenziale incremento del numero e del livello di gravità dei guasti, con conseguenti, crescenti difficoltà per le riparazioni a causa della carenza di parti di ricambio di macchine non più in produzione”, talmente sono vetuste.

 

 

L’Umberto I scrive di aver “attivato tutte le procedure volte alla sostituzione degli acceleratori lineari, rimanendo però temporaneamente privo”. Ora la firma della convenzione garantirà fino al prossimo febbraio l’“affitto” della struttura di Tor Vergata (ma l’accordo è “eventualmente rinnovabile per altri 4 mesi”) per l’Umberto I. Dove solo il 29 settembre scorso è stata deliberata la “Autorizzazione a contrarre per la Procedura negoziata per l’affidamento dei lavori necessari per la realizzazione delle opere relative all’alimentazione elettrica a servizio degli acceleratori lineari”, per una “fornitura chiavi in mano Acceleratori Lineari per la Radioterapia” che però va avanti sin dal settembre 2020, quando è stata deliberata la “nomina della commissione giudicatrice”. Già nel giugno del 2015 si verificò un analogo guasto: “Attualmente uno degli acceleratori lineari dell’ospedale è fuori uso, il nuovo va a sostituirlo riconsegnando ad un reparto d’eccellenza la totale capacità operativa per quanto riguarda l’assistenza ed i trattamenti radioterapici ai pazienti affetti da patologie oncologiche”, dichiarò allora il governatore, Nicola Zingaretti, stanziando 4 milioni e 200 mila euro per l’acquisizione del nuovo macchinario.

 

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